martedì 14 dicembre 2010

FIAT, L'ANSIA DI TORINO, "SEDIAMOCI AL TAVOLO"


La pazienza a Torino comincia a scarseggiare dopo dieci giorni di attesa. La trattativa sulle Carrozzerie di Mirafiori tra la Fiat e i sindacati è ormai bloccata dal 3 dicembre e ancora nulla accade.

Anche l’incontro previsto per domani in Federmeccanica - fatto saltare per l’indisponibilità della Uilm e che forse sarebbe potuto essere riconvocato giovedì - non è previsto. In serata si parlava di lunedì prossimo, ormai quasi alla vigilia di Natale e dopo un’altra intera settimana senza novità.

Tutto tace, dunque. Fim e Fismic torinesi cominciano a mordere il freno. Il segretario Fim, Claudio Chiarle, non fa giri di parole: «Sono allibito per la lentezza di questa vicenda. Non si può andare avanti così. Il rischio è che mentre a Roma si sta fermi, o si fanno cose inutili come gli incontri tra segretari generali, la Fiat lo stabilimento per il Suv lo faccia in Messico».

E indica la sua strada: «Non ci vuole molto: occorre convocare un tavolo per riprendere la discussione da dove ci eravamo fermati. È da qui che si può tracciare una linea generale: si scrive una premessa all’accordo nella quale si indica il percorso nel nuovo contratto quando questo ci sarà. Occorre almeno un anno e mezzo prima delle assunzioni. Il tempo c’è».

Ancora più esplicito il segretario Fismic, Roberto Di Maulo: «Non capisco quale sia la dinamica. Non mi è mai accaduta una cosa simile in tanti anni: dirigenti nazionali che dicono tutto e il contrario di tutto». E rincara la dose: «Trovo anche brutto che il sindacato torinese, capace per decenni di sperimentare soluzioni in seguito adottate da tutti, sia messo sotto tutela dai nazionali. Torino è l’università del sindacato, altroché tutele».

Ma, evidentemente, a livello nazionale ci sono ancora parecchi problemi per quanto riguarda il contratto dell’auto, sia nel sindacato sia in Federmeccanica. D’altronde, lo si doveva fare entro settembre e poi tutto è finito nelle deroghe al contratto nazionale.

Intanto la fabbrica si svuota: da ieri sono a casa, in cassa integrazione, i 600 della Multipla. Dal 20 dicembre toccherà agli altri lavoratori, con l’unica eccezione della linea della Mi.To che lavorerà fino al 22. La riapertura è fissata per il 10 gennaio.

La Fiom ogni giorno diffonde volantini ai cancelli dello stabilimento. Il segretario, Federico Bellono, dice: «Noi siamo interessati a riprendere la trattativa che d’altronde ha interrotto la Fiat dopo i dubbi di Fim e Uilm. Non siamo noi a aver lasciato il tavolo». Ma pone un limite preciso: «Troverei però curioso se si volesse imprimere una accelerazione per arrivare a un accordo a fabbrica chiusa. Per noi non è accettabile».

Ieri, intanto, il Pd - preoccupato per l’interruzione della trattativa e per il futuro della fabbrica - ha deciso di incontrare i sindacati metalmeccanici, separatamente. È stata la volta del segretario Uilm, Maurizio Peverati, che si è riunito con il segretario regionale, Gianfranco Morgando, e quello provinciale, Paola Bragantini. Presente anche il responsabile del lavoro, Piero Pessa. Dice Peverati: «Alla politica in generale, al di là del caso Mirafiori, chiediamo di fare la propria parte nel cercare, sia a livello nazionale sia locale, di intraprendere politiche a sostegno dei lavoratori e delle aziende». E aggiunge: «È stato un incontro interlocutorio. Si sono analizzate le criticità di alcuni passaggi dell’accordo, ma anche i vantaggi per i lavoratori rispetto all’investimento».


LaStampa

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