mercoledì 22 dicembre 2010

ITALIA 150, DISOCCUPATI NETTURBINI PER UNA CITTA' PIU' PULITA


TORINO - Mantenere inalterato il servizio di raccolta rifiuti a Torino, e possibilmente migliorarlo, nei nove mesi scanditi dalle celebrazioni di Italia 150. Naturalmente senza un euro aggiuntivo: il bilancio del Comune, si sa, non è rose e fiori. Con queste premesse Amiat affronta la sfida del Centocinquantesimo. Ci prova con una nuova campagna di comunicazione - tramite affissioni interne ed esterne sui mezzi pubblici, banner nelle stazioni del metrò e 700 manifesti in città - che fa leva sull’orgoglio dei torinesi: una delle poche cose ancora a costo zero. Titolo: «Nel 2011 raccoglieremo anche l’orgoglio». Si parte domani, Ieri l’illustrazione dell’iniziativa, costata 16 mila euro. Presenti in Comune, tra gli altri, il vicesindaco Dealessandri, l’assessore all’Ambiente Tricarico e Maurizio Magnabosco, ad di Amiat.

Resta il problema di garantire il potenziamento del servizio nelle aree dove si concentreranno gli eventi di Italia 150, come i grandi raduni militari già programmati, già individuate dal Comitato organizzatore. Come? Creando squadre volanti di netturbini pescando dalle liste di mobilità che purtroppo si allungano inesorabilmente. L’idea, annunciata dal vicesindaco, presuppone contratti a termine fino a un massimo di nove mesi: cioè la durata delle manifestazioni. Magari dopo un breve apprendistato.

Nell’occasione, c’è stato spazio per parlare di politiche industriali, sempre con riferimento ad Amiat. Poco più che progetti, allo stato attuale, ma essenziali nell’ottica di sviluppo dell’azienda. Il primo riguarda il completamento della filiera della carta, potenzialmente tra le più redditizie, con la costruzione di un impianto destinato alla lavorazione. Una piccola rivoluzione, visto che l’iniziativa spariglierebbe il monopolio dei grandi gruppi sul campo. A una condizione: il conferimento nel futuro impianto non solo dei volumi raccolti in città ma anche di quelli della provincia: in particolare, l’area metropolitana. In questo modo Amiat conterebbe su un impianto dedicato, in aggiunta a quelli di Publirec per la plastica, Borgaro per il compost, Volpiano per il trattamento dei rifiuti elettronici, Basse di Stura per la triturazione degli inerti e l’estrazione del biogas.

La seconda ipotesi rimanda all’impianto di compostaggio di Borgaro, oggetto di lamentele per i cattivi odori che emana. Al momento, su disposizione della Provincia, lavora a metà regime. L’autorizzazione transitoria scade a fine gennaio. Amiat sta valutando la proposta di un’azienda di Bolzano: disposta a investire per cambiare il processo di lavorazione, da aerobico ad anaerobico, e poi interessata a rilevare la gestione dell’impianto.L’uovo di Colombo per archiviare definitivamente il problema dei cattivi odori. Partita aperta.


LaStampa

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