Drammatica svolta nelle indagini sulla piccola Yara: la tredicenne scomparsa nove giorni fa da Brembate Sopra (Bergamo) sarebbe stata uccisa ed il suo cadavere occultato. E' stato infatti fermato domenica mattina, con l'accusa di omicidio e sequestro di persona, il cittadino tunisino bloccato sabato sera dai carabinieri mentre cercava di lasciare l'Italia a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, in Marocco. L'immigrato è arrivato nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via delle Valli, intorno alle 23 di sabato. E' in corso il suo interrogatorio, pare nel carcere di Bergamo di via Gleno, da parte dei carabinieri e del pm Letizia Ruggeri. In un primo tempo si era parlato anche del fermo di un italiano, ma la circostanza è stata poi smentita dagli inquirenti.
LA TRAGICA NOTIZIA - Intorno alle 12 di domenica, subito dopo che è stata diffusa la notizia del fermo per omicidio, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Roberto Tortorella si è recato nell'abitazione dei genitori di Yara per comunicare loro gli ultimi sviluppi. Il comandante si è fermato a casa Gambirasio per una trentina di minuti e uscendo non ha voluto dire nulla. In mattinata la strada di accesso alla famiglia di Yara è stata sbarrata all'accesso anche per i giornalisti. Le ricerche, purtroppo, a questo punto sono rivolte a trovare il corpicino della piccola. In mattinata le operazioni si sono spostate nella zona di Barzana, a nord di Brembate Sopra (ascolta l'audio di Claudio Del Frate).
IL CANTIERE - Secondo alcune indiscrezioni, il nordafricano potrebbe essere uno degli operai che lavoravano nel cantiere per la costruzione di un centro commerciale alla periferia tra Brembate Sopra e Mapello. In quel cantiere si sono concentrate per giorni le ricerche per Yara, dopo che i cani avevano fiutato le tracce della ragazzina. Sul tunisino si sarebbe indirizzata l'attenzione degli inquirenti quando l'uomo ha lasciato il suo luogo di lavoro e residenza abituale ed è partito per Genova, con l'intenzione di imbarcarsi sul traghetto diretto in Marocco. A quel punto è scattato il blitz per impedire la fuga.
L'OPERAZIONE SUL TRAGHETTO - La complessa operazione congiunta delle forze dell'ordine è avvenuta nel massimo riserbo al largo del porto di Sanremo (Imperia); insieme ai carabinieri, è intervenuta anche un'imbarcazione della locale Guardia Costiera. Intorno alle 17 di sabati un ufficiale dei carabinieri di Bergamo ha contattato la direzione marittima di Genova, chiedendo di fermare la partenza del traghetto Berkane, della compagnia marocchina Comarit, partito nel primo pomeriggio da Genova e diretto a Tangeri, in Marocco. In quel momento, tuttavia, il traghetto era già partito e si trovava a 17 miglia dalla costa, in acque territoriali internazionali, dove non era possibile alcun intervento. A quel punto, il direttore marittimo della Liguria ha personalmente contattato il comandante del traghetto, spiegandogli la situazione. Quest'ultimo ha allora invertito la rotta ed è rientrato in acque italiane, dove la nave è stata raggiunta da un'imbarcazione dalla Guardia costiera, a bordo della quale vi erano anche alcuni carabinieri. I militari sono saliti sulla nave ed hanno fermato l'uomo, che è stato fatto salire a bordo dell'imbarcazione militare e portato al Comando dei carabinieri. L'operazione è stata effettuata anche grazie alla collaborazione fornita dalla Procura della Repubblica di Sanremo, che si è coordinata on quella di Bergamo.
Corriere
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