La Commissione Europea contesta ancora una volta i costi medi dei conti correnti italiani, che risultano eccessivi rispetto alla media europea, e annuncia un'indagine per "vederci chiaro". "In Italia la media è di 246 euro per anno a cliente, mentre in Olanda il costo medio è di 43 euro. Perchè queste differenza?", chiede il commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier, annunciando l'inchiesta che i suoi servizi condurranno insieme a quelli del commissario Ue ai consumatori. Ma l'Abi, pur dichiarandosi disponibile a collaborare all'indagine, contesta i dati Ue, e cita i propri, dai quali risulta che il costo medio in Italia è di 116 euro, e quelli dell'analoga indagine condotta dalla Banca d'Italia, dalla quale emerge una media di 114 euro. Dati molto diversi da quelli europei.
Ma a cosa si deve una differenza così ampia? Possibile che dall'indagine europea emergano costi doppi rispetto a quelli italiani? Il commissario Barnier ha annunciato che se "l'operazione trasparenza sui costi delle operazioni bancaria non porterà i risultati auspicati, la Commissione è pronta a "intervenire per legge" sulla materia entro l'anno prossimo. L'Abi replica ricordando che "il confronto sui prezzi dei servizi bancari deve tenere conto i diversi modi di fare banca oggi in Europa", e ricorda l'introduzione dell'indice sintetico di costo, "che rappresenta il dato per specifici profili di clientela, indice che altri Paesi non hanno adottato".
In effetti però anche l'indagine Ue tiene conto di diversi profili della clientela. Il costo più basso è per il profilo 'passivo', clienti che cioè fanno un numero limitato di operazioni, ed è di 134,99 euro. Ma poi c'è anche il profilo 'basic' che, in base alle valutazioni europee, spende annualmente 143,19 euro. E c'è infine il profilo 'attivo', che arriva a 401,72 euro.
C'è invece molta vicinanza tra la media elaborata dall'Abi sui costi dei conti correnti e quella risultante dall'indagine della Banca d'Italia, i cui risultati sono stati illustrati al Senato il 17 novembre da Andrea Generale, del Servizio Normativo e Politiche di Vigilanza di via Nazionale. "La spesa media, al netto dell'imposta di bollo, è risultata pari a 114 euro, in linea con quella rilevata l'anno prima. - ha detto Generale in Senato - Si sono lievemente ridotti i canoni e le spese per prelievi e pagamenti, anche in ragione del maggiore utilizzo del canale Internet; sono cresciute invece le altre spese variabili, che includono gli eventuali oneri in caso di utilizzo dello scoperto di conto".
Rimane però l'enorme distanza con i risultati dell'indagine di Bruxelles. Come spiegarli? In più occasioni (la guerra di cifre si trascina ormai da anni) si è parlato del fatto che la Ue consideri i costi dei singoli servizi e non dei conti a pacchetto. In definitiva, se si guarda ai costi denunciati da ogni banca e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, si arriverebbe alle somme pubblicate da Bruxelles, ma non si tratterebbe poi di costi effettivamente applicati, perché i conti vengono aperti 'a pacchetto', e quindi le spese vengono forfettizzate. Forse le conclusioni dell'inchiesta annunciata dalla Ue, che dovrebbero arrivare entro la metà del 2011, potranno fare chiarezza sulla disparità tra le rilevazioni italiane e quelle europee.
Repubblica
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