sabato 4 dicembre 2010

GENOVA, PROSTITUTA SCAMBIA CARABINIERI PER CLIENTI


GENOVA - «Con tutti e tre insieme non posso fare sesso, non ci riesco. Ti prego non mi obbligare. Non mangio da ieri, non posso riuscirci»: aveva scambiato i carabinieri che volevano perquisire l'abitazione nel centro storico per alcuni clienti la genovese di 33 anni che per due anni, a più riprese, è stata segregata in casa e costretta a prostituirsi dal suo compagno, un ivoriano di 32, che la minacciava e la teneva sotto scacco con strani riti vudu.

È stata proprio quella frase ascoltata dai carabinieri della stazione di Portoria durante la perquisizione domiciliare, che ha fatto scattare l'indagine. I militari, arrivati in quell'appartamento dopo l'arresto per droga dell'ivoriano, hanno subito capito che in quell'appartamento ridotto ormai ad un tugurio, si nascondeva una storia di violenza e disperazione. Una storia che aveva visto una ragazza di buona famiglia innamorarsi di uno sbandato che la costringeva a prostituirsi per trovare i soldi per la droga da vendere poi nei vicoli della città vecchia.

Lui la teneva chiusa in casa, spesso senza cibo ed acqua, ed andava in giro a procurarle clienti. Anche più persone per volta. Rapporti che avevano minato il fisico della donna. Ma quando questa si rifiutava, lui faceva strani riti vudù, utilizzando sangue e biancheria intima. I militari dopo aver arrestato per spaccio l'ivoriano hanno avviato l'indagine sulle dichiarazioni della ragazza. Le testimonianze hanno confermato i sospetti degli investigatori che ieri pomeriggio hanno chiesto ed ottenuto dal pm Silvio Franz l'ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Annalisa Giacalone. L'ivoriano che si trova in carcere per spaccio dovrà anche rispondere quindi di sequestro di persona, rapina aggravata (avendo rubata alla genovese l'oro di famiglia per comprarsi la droga) e sfruttamento aggravato della prostituzione.


IlMessaggero

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