domenica 10 ottobre 2010

AGGUATO IN AFGHANISTAN, QUATTRO ITALIANI UCCISI E UN FERITO


Quattro alpini uccisi, e uno ferito, in una imboscata nella provincia talebana di Farah. Per gli italiani l'attentato dal bilancio più pesante dopo quello in cui, il 17 settembre 2009, morirono 6 militari. Questa volta il 'blindato' Lince non ha retto ad una esplosione devastante: la guerriglia ha alzato il tiro. E il ministro La Russa, per ridurre i rischi, annuncia l'invio di più elicotteri, mentre al Parlamento chiederà se è il caso di dotare i caccia di bombe.

IL CONVOGLIO - I fatti si sono verificati alle 9.45 locali, nel distretto di Gulistan, 200 chilometri a est di Farah, al confine con l'Helmand. I militari italiani, su una trentina di blindati Lince, stavano scortando un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata 'Ice'. E' una delle basi in cui si articola la nuova task force South-east, che ha 'giurisdizione' su tre distretti ad altissimo rischio della provincia di Farah - quelli di Bakwa (dove è stato installato il comando), di Pur Chaman e, appunto, di Gulistan - in precedenza affidati al controllo di un ben più nutrito contingente statunitense.

L'IMBOSCATA - La dinamica presenta ancora alcuni lati oscuri. Di sicuro c'é stato un violento combattimento, prima e dopo l'esplosione, che ha coinvolto, ha spiegato La Russa, "un alto numero di insorti". Secondo alcune fonti il convoglio sarebbe stato prima attaccato a colpi di arma da fuoco (un attacco di questo tipo, senza conseguenze, lo aveva subito anche ieri) e quindi dirottato sulla strada dove era stato sistemato l'ordigno. Dopo l'esplosione la battaglia è continuata, fino a che i militari italiani hanno respinto gli aggressori, che si erano impossessati dei camion civili, contro cui avevano in precedenza fatto fuoco. "E' possibile che ai bordi della strada ci fossero altri ordigni", ha detto il ministro della Difesa.

ORDIGNO AD ALTO POTENZIALE - La bomba ha avuto effetti distruttivi: secondo l'ex generale del Genio Fernando Termentini, questo fa pensare ad un Ied, cioé ad un ordigno rudimentale "con una carica di elevata potenza, superiore ai cento chili, esplosa sotto lo scafo", oppure ad un più sofisticato Efp, "in grado di forare anche spesse corazzature sfruttando il principio della carica cava". Il Lince, come ha spiegato La Russa, era dotato di un 'Jammer', vale a dire un dissuasore elettronico: è escluso quindi che la bomba sia stato azionata con un radiocomando. "Ciò fa pensare ad un ordigno attivato a pressione", ha detto il ministro, ma è possibile anche a distanza con un normale "accenditore a filo".

I MORTI, IL FERITO - Gli alpini coinvolti nell'esplosione, tutti del 7/o reggimento di Belluno, erano arrivati in Afghanistan all'inizio di agosto proprio per costituire la neonata task force south-east. Le vittime sono tre primi caporalmaggiori - Francesco Vannozzi, 26 anni, originario del pisano, Gianmarco Manca, 32, di Alghero, Sebastiano Ville, 27, di Francofonte, in provincia di Siracusa - e il caporalmaggiore Marco Pedone, 23 anni, il più giovane di tutti, che viveva con la famiglia a Patù, nel basso Salento. Per loro non c'é stato niente da fare. Nell'ospedale militare da campo di Delaram è stato invece trasportato in elicottero il caporal maggiore scelto Luca Cornacchia, 31 anni, della provincia dell'Aquila: ha ferite di vario tipo alle gambe e traumi da esplosione, ma non é in pericolo di vita. Lui stesso ha telefonato alla moglie per tranquillizzarla. Solo escoriazioni, invece, per un alpino che si trovava su un altro mezzo: Michele Miccoli, 28 anni, di Aradeo (Lecce). Appena le condizioni di Cornacchia lo permetteranno verrà rimpatriato. Le salme, invece, giungeranno in Italia lunedì: dopo l'autopsia, disposta dalla procura di Roma che ha aperto l'inchiesta ormai di routine, sarà allestita la camera ardente. I funerali solenni forse martedì, a Roma. Poi, nei vari comuni di residenza, quelli in forma privata.

LA RUSSA, PIU' ELICOTTERI E BOMBE PER AEREI - Si poteva evitare? E' la domanda che rimpalla sempre, dopo ogni sanguinoso attentato. Una cosa è certa ed è ben nota agli Stati maggiori: i talebani ormai conoscono le difese dei Lince ed hanno alzato il tiro, ricorrendo ad ordigni più potenti e sofisticati, anche di fabbricazione straniera. Per questo la Difesa ha deciso di inviare in Afghansitan i nuovi blindati Freccia, più lenti dei Lince ma dotati di ulteriori protezioni, in particolare laterali. Ed è nella stessa ottica che il ministro La Russa ha annunciato che saranno inviati in Afghanistan più elicotteri per diminuire i trasporti via terra ed aumentare così la sicurezza del contingente. Non solo: chiederà al Parlamento se é il caso di dotare di bombe gli aerei Amx: "é una cosa ai limiti della compatibilità perché bombardando dagli aerei si possono infliggere perdite civili e su questo ascolterò con grande attenzione la valutazione delle Commissioni".

PETRAEUS - "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le famiglie di questi soldati caduti. Condividiamo il loro dolore per questa perdita straziante", ha detto il generale David H. Petraeus, comandante della missione Isaf. "Il loro operato coraggioso e altruistico - ha affermato, parlando dei quattro alpini - non sarà dimenticato, in un momento in cui abbiamo deciso di sconfiggere quella insorgenza che toglie al popolo afgano sicurezza e stabilità e che vorrebbe fare di questo Paese ancora una volta un rifugio sicuro per i terroristi".

NAPOLITANO, INTERPRETE CORDOGLIO PAESE - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ''appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan - rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese - esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti''. Lo rende noto il Quirinale in un comunicato.

BERLUSCONI, DOLORE PER TRAGICA NOTIZIA - ''Ho appreso con dolore la notizia deltragico agguato ai nostri ragazzi impegnati a riportare la pacein Afghanistan. Siamo vicini alle loro famiglie come lo sono, nesono sicuro, tutti gli italiani. Attendo con trepidazionenotizie sull'altro nostro militare ferito. Siamo grati a tutti isoldati italiani che, nelle diverse missioni in tante parti delmondo, consentono al nostro paese di mantenere i suoi impegniinternazionali a favore della pace e contro ogni forma diterrorismo". Lo afferma il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi.

''Purtroppo queste tragedie si ripetono spesso e noi ora stiamo lavorando per consegnare il controllo della situazione in questo Paese alle truppe afghane'': cosi' il premier italiano Silvio Berlusconi ha risposto alle condoglianze del collega e amico Vladimir Putin per la morte dei militari italiani in Afghanistan. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. ''Noi portiamo il nostro contributo nella soluzione del problema, aiutiamo economicamente e sosteniamo lo sviluppo delle forze armate dell'Afghanistan'', ha aggiunto Berlusconi. ''Speriamo molto che non sia lontano il tempo in cui la terra afghana avra' la pace'', ha replicato Putin.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini auspica che venga accelerata ''l'assunzione delle responsabilita' di sicurezza e controllo del territorio da parte dalle forze afgane''. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, chiede che il Governo avvii una fase di riflessione sulla strategia, mentre per il presidente dell'Idv Antonio Di Pietro ''non ha piu' senso ne' logica rimanere in Afghanistan in queste condizioni''. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa replica spiegando che chiedere ora il ritiro''e' sciacallaggio''.


(ANSA.it)

0 commenti:

Posta un commento