sabato 23 ottobre 2010

EMERGENZA CAMPANIA, TERZIGNO, UN'ALTRA NOTTE DI GUERRIGLIA


Ancora una notte ad altissima tensione a Terzigno (Napoli) per la battaglia contro la discarica dei rifiuti. La piazza a mezzanotte piomba nel buio. Qualcuno riesce a far saltare l’illuminazione azionando il contatore dell’elettricità ed ecco che partono i disordini. Vengono lanciate prima pietre, poi razzi esplodenti e molotov. La polizia risponde con i lacrimogeni. La tensione diventa altissima, scatta la caccia da parte degli uomini delle forze dell’ordine mentre i dimostranti si concentrano in due aree circostanti la rotonda di via Panoramica, la strada a metà tra i comuni di Boscoreale e Terzigno.

Dal buio compaiono e poi riscompaiono gruppi di giovani, tra cui molti minorenni, con il volto coperto da sciarpe. Si va avanti con momenti di attesa e forti cariche per scompaginare il fronte avverso. Finiscono le "armi" dei manifestanti e così scatta la decisione di arretrare. Il bilancio della nottata è agghiacciante: 120 lacrimogeni lanciati, tre poliziotti e due carabinieri feriti, soltanto 20 camion scaricati (la media giornaliera è di 190).

La situazione si aggrava anche nella città di Napoli dove in nottata ci sono state decine di roghi di spazzatura da giorni non rimossi. Una nube di fumo si è alzata al corso Amedeo di Savoia, nei pressi del Museo Nazionale. A terra ci sono ben 2000 tonnellate di rifiuti. Ed è di nuovo emergenza.

La Commissione europea ha espresso intanto preoccupazione per la proporzione che sta assumendo la protesta a Terzigno. In una nota del commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik si legge che quanto sta succedendo in questi giorni in Campania «dimostra come le misure adottate dal 2007 siano state insufficienti». Già nel 4 marzo scorso la Corte europea di giustizia giudicò l’Italia in infrazione rispetto al diritto comunitario, in quanto non aveva realizzato in Campania una rete di impianti atta a garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani in maniera sicura per la salute dei cittadini e per l’ambiente. «Sono molto preoccupato per quanto succede attualmente in Campania - ha affermato Potocnik - Ciò che succede in questi giorni dimostra che le autorità italiane non hanno ancora preso tutte le misure necessarie per giungere ad una soluzione definitiva ed adeguata del problema». E questo, ha sottolineato ancora il commissario, «è dimostrato dal fatto che la Regione non si è ancora dotata di un piano di smaltimento dei rifiuti e che l’inceneritore di Acerra, l’unico attualmente in funzione, non è in grado di funzionare a regime». Potocnik ha fatto inoltre sapere che «la Commissione sta valutando la possibilità di inviare in Campania una propria delegazione per accertare la situazione in loco e valutare le misure necessarie da adottare nel contesto dell’infrazione in corso. Qualora la Commissione dovesse nuovamente deferire la causa alla Corte di giustizia e qualora la Corte dovesse nuovamente condannare l’Italia, tale condanna comporterebbe una sanzione pecuniaria».


(LASTAMPA.it)

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