lunedì 11 ottobre 2010

SARAH SCAZZI, SI CERCA LA VERITA', SU FACEBOOK FOTO DEL CADAVERE


I funerali di Sarah Scazzi non hanno ancora messo la parola fine alla terribile vicenda di Avetrana. Ieri, nelle stesse ore in cui si celebrava il rito funebre, la Procura di Taranto cercava ulteriori elementi e riscontri alle indagini. Per quattro ore, il procuratore aggiunto Pietro Argentino ed il sostituto procuratore Mariano Buccoliero, hanno ascoltato nuovamente Mariangela Spagnoletti, l’amica comune di Sarah e Sabrina, che avrebbe dovuto andare con loro al mare il giorno della scomparsa della quindicenne. Gli inquirenti vogliono capire bene cos’è accaduto alle 14.30 di quel 26 agosto, quando Mariangela arrivò in auto sotto casa di Sabrina.

Secondo la testimone, la cugina di Sarah era molto agitata e questo ingiustificato stato d’ansia di Sabrina, dopo solo dieci minuti di ritardo di Sarah, farebbe pensare a qualcosa di diverso da quello che è stato finora raccontato. Intanto, il padre di Sarah, Giacomo Scazzi, questa mattina, portando un fiore bianco al cimitero di Avetrana, dove nella camera mortuaria si trova la bara bianca con i resti di Sarah in attesa della sepoltura, ai giornalisti presenti ha detto: «Non ho mai dato peso ai cinque ero che mio cognato regalava a Sarah qualche volta. Non avevo mai sospettato e non potevo mai pensare a lui». Intervenendo poi sul presunto litigio, il giorno prima della scomparsa, tra Sarah e Sabrina, lo stesso papà ha così risposto: «Le frasi che mio figlio ha detto in collegamento con La vita in diretta sono solo parole. Non credo che Sabrina e Sarah abbiano litigato per questo motivo». Non è escluso che nella giornata di oggi inquirenti ed investigatori sentano nuovamente qualche altra persona che potrebbe avere avuto un ruolo in questa bruttissima vicenda. Questo lo si deduce dal lavoro senza sosta degli inquirenti.

Sabrina, però, continua a ribadere la sua estraneità alla vicenda: «Non sono d’accordo con la pena di morte: mio padre deve pagare giorno per giorno e lentamente. La pena di morte è un modo troppo facile. La gente è convinta che noi eravamo complici di mio padre, invece io fino a quella notte di mercoledì non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo», spiega Sabrina in diretta su Domenica 5. Intanto l'omicidio si tinge di un nuovo giallo. Un profilo su Facebook, denominato Sarino Scazzi, aveva come foto il cadavere di una ragazzina bionda, sistemato su un tavolone di ferro all’obitorio: il cadavere era quello di Sarah, fotografato nell’obitorio dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto. È giallo sulla vicenda, riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno: a segnalare ai carabinieri la macabra fotografia un frequentatore del social network. I militari hanno avuto solo il tempo di visionare la foto prima che venisse rimossa. La foto sembra «plausibilmente vera».


(LASTAMPA.it)

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