domenica 24 ottobre 2010

MALASANITA', MOLINETTE, OPERATA AL CUORE MUORE A 33 ANNI


Il vestito da sposa è pronto, avvolto in una custodia bianca adagiata sul letto. Ma non sarà indossato per un matrimonio. Sonia Panetta, 33 anni, barista, aveva deciso di sposare Mirko, l’amore della vita. E invece, al posto di una festa, ci sarà un funerale.

Sonia è morta mercoledì scorso dopo un intervento chirurgico, alle Molinette, per la sostituzione di una valvola cardiaca. «Me l’hanno ammazzata - urla disperata la madre, Angela Iannizzi -. E chi ha sbagliato deve pagare». Angela ha presentato una denuncia in procura e il pm Patrizia Caputo ha aperto un fascicolo. La magistratura ha bloccato l’autopsia programmata alle Molinette per l’altro ieri e l’ha spostata a domani, alla presenza dei medici legali della procura, dell’ospedale e della famiglia (assistita dall’avvocato Vincenzo Cotroneo).

L’operazione è avvenuta nel reparto di cardiochirurgia del professor Mauro Rinaldi, il quale però non era presente in sala. Ad eseguire l’intervento è stato il cardiochirurgo dell’ospedale Regina Margherita, il professor Piero Abruzzese. «È stato proprio Abruzzese a dirmi che l’operazione era riuscita benissimo e che poco dopo mia figlia sarebbe stata portata alla terapia intensiva - ricorda Angela Iannizzi -. Ma dopo un’oretta ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto: il tempo continuava a passare e Sonia rimaneva sempre in sala operatoria. Alla fine i medici sono venuti a dirmi che c’era stata una complicazione al cervello. Forse un’ischemia, solo l’autopsia ce lo dirà... Ma intanto mia figlia non c’è più».

Sonia Iannizzi aveva una malattia congenita dalla nascita e all’età di 3 anni è stata operata una prima volta. Sempre sotto controllo medico, sapeva da tempo di avere una insufficienza lieve a una valvola cardiaca. «Ad agosto un esame ha dimostrato che l’insufficienza era diventata grave e quindi era necessario operare - dice la madre, vicino al fratello Cosimo -. “Un intervento di routine” ci avevano assicurato i medici e invece guardate che fine ha fatto mia figlia: aveva lavorato fino al venerdì precedente al ricovero. A parte il problema al cuore era sana e forte. Che cosa è successo in sala operatoria?». La magistratura indagherà sul caso, i medici intanto esprimono dolore per l’accaduto che non riescono, al momento, a spiegare. Il professor Piero Abruzzese: «Mi dispiace moltissimo per quanto avvenuto, sono a dir poco sgomento. Speriamo che l’autopsia chiarisca quello che per noi è un vero mistero».

Per ironia della sorte, in sala operatoria era presente anche un cugino della vittima, cardiochirurgo. «Anche lui non sa chiarirci come mai la situazione è degenerata fino a far morire Sonia» dice il papà Rocco. Sconvolto è anche il fidanzato, Mirko Bacchio: «Era una ragazza meravigliosa, sempre sorridente, ci conoscevamo da 15 anni». Sonia lavorava come barista all’interno della caserma degli alpini in corso IV Novembre. «Era apprezzata e benvoluta da tutti - ricordano la mamma e la sorella Debora -. La chiamavano “la recluta” e il funerale lo faremo nella cappella dentro la caserma». Sonia è stata generosa e altruista fino all’ultimo: donati i suoi reni e il fegato.


(LASTAMPA.it)

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