domenica 24 ottobre 2010

SABRINA, "ADESSO HO CAPITO, PAPA' VOLEVA INCASTRARMI"


Una storia di donne questa di Avetrana, Sarah che non c’è più, sua madre Concetta che la piange, la zia Cosima segregata dal giudizio del paese. E poi Sabrina e Mariangela, indagata ed accusatrice. E solo leggendo i verbali degli interrogatori delle due si può capire quanto le due ex amiche siano oggi nemiche. Una contro l’altra. Gli inquirenti chiedono a Sabrina tutti i particolari di quel pomeriggio per metterli a confronto con i ricordi di Mariangela che non mostra di avere incertezze e che da subito dice ai magistrati: «A me i dubbi mi sono venuti subito». E le sono aumentati il giorno prima di andare in caserma. «La chiamata che mi ha fatto ieri non mi ha convinto», spiega «...ma per niente proprio, perché chiedere a me, capito! Mi ha chiesto se è vero che io ho dichiarato, come le hanno detto delle persone, che io e lei abbiamo sentito gridare Sarah... io ho detto: "No, che non ho dichiarato niente, perché non è niente vero"».

Mariangela cerca di rassicurare Sabrina, dicendo che anche gli amici Alessio e Ivano sono sicuri di quanto detto ai magistrati. «Non dare retta a quello che ti dicono ... stai tranquilla e basta». Mariangela va oltre: «Secondo me la voce l’ha sentita lei e qualcosa ha visto pure». Racconta di non sentire più Sabrina dal giorno in cui ha fatto la sua prima deposizione in Caserma. Dall’amica le arriva un sms risentito: «Non mi chiedere più novità e per me puoi proprio sparire».

Una lite nata perché Mariangela si rifiutava di parlare con i giornalisti. Ma anche perché continuava a ricordare che lei era per strada e non sulla veranda, elemento chiave dell’accusa. Sempre che si dia per buona la tesi dell’accusa e quindi che è stata Sabrina a trascinare per mano Sarah nel garage e a tenerla ferma mentre il padre la strozzava con una corda. E in questa ipotesi la conversazione tra padre e figlia quando il corpo di Sarah è ancora caldo è agghiacciante. Nella sua deposizione Sabrina Misseri ricorda: «Quando sono scesa giù per le scale della verandina, sono uscita fuori dal cancello, stavo per salire in macchina e io dissi a mio padre: "Se tu vedi Sarah fermala" e stava fuori mio padre. In più quel dettaglio mi è sfuggito che Mariangela - e lo potete chiedere - si è fatta anche la risata perché mio padre disse "Sabri, vedi che ti sto pulendo la macchina, se vuoi stasera la puoi usare". Io dissi "No perché la devo usare tanto non va bene a che mi serve?". "Va be’ - ha detto - io te la sto pulendo". Io ho detto "Dove la stai pulendo?". E lui "Sul cofano". E Mariangela si mise a ridere perché io dissi "E a me che mi serve il cofano? Io i pedali ce li ho davanti con tutta quella terra che c’è possono crescere i funghi e gli asparagi". E si mise a ridere. E poi subito ho chiamato (Sarah). Il telefono squillava, abbiamo girato ed io in quel momento ho visto che mio padre è sceso giù, ma io penso che Sarah era già morta...».

Scene di una giornata drammatica, quando Sarah aveva ormai detto addio a tutti i suoi sogni. Sabrina, secondo Mariangela insisteva con lei sul fatto della verandina: «Lei però continuava a dirmi che lei stava lì sotto, eh come una cosa per dirmi “e tu devi dire così”. Sabrina con i magistrati insiste: Mariangela forse ricorda male. Al gip - a cui assicura «è stato mio padre» - dice «che forse Mariangela lo fa perché se ne vuole lavare la mani e uscire da questa storia». Io agitata quando è arrivata? «Era lei che mi metteva ansia, mai detto "l’hanno presa, l’hanno presa"». Ma qui entra il padre Michele ad inguaiarla quando ai magistrati dice: «Quando ormai Sabrina ha visto che la ragazza è crollata se ne è andata, è scappata subito fuori perché dice "sta arrivando Mariangela, devo frenare Mariangela"». Sabrina si innervosisce: «No, no, bugia. Mio padre... allora ribadisco bene, mio padre continua a dire sempre bugie, bugie sopra bugie». Al gip Martino Rosati Sabrina dice: «Adesso ricollego due episodi con cui mio padre voleva incastrarmi, quando ha tentato di farmi usare la sua auto, insistendo e quando voleva che pulissi con lui il garage per cercare una carta sim». Un modo, dice la ragazza, per farle lasciare tracce e impronte sul luogo del delitto e sull’auto in cui è stato caricato il corpo di Sarah.

I pm Buccoliero e Argentino sono duri con Sabrina, sarcastici: «Sua madre mente, Mariangela mente, Pisello mente...». Ma lei tiene duro: «Non è che mente, è questione di memoria». Quando gli inquirenti le sottolineano circostanze in cui secondo loro la ragazza ha depistato le indagini Sabrina assicura: «Non ho mai voluto depistare anche perché non sopporterei un peso così». Poi come un lamento: «Mio padre deve dire la verità». E la condanna del pm: «E infatti l’ha detta la verità».


(LASTAMPA.it)

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