martedì 12 ottobre 2010

OGGI I FUNERALI DEGLI ALPINI UCCISI, OK NATO A BOMBE SU CACCIA ITALIANI


Si terranno alle 10:30 di stamani, nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, i funerali solenni per i quattro alpini rimasti uccisi sabato in un agguato talebano in Afghanistan. Ieri l'omaggio, tra gli altri, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai caduti, al loro ritorno in patria all'aeroporto militare di Ciampino. ''Signor ministro, godetevi lo spettacolo'', e' stato lo sfogo dello zio di una delle vittime, rivolto a Ignazio La Russa. Il mondo politico resta diviso tra ritiro e cambio delle regole d'ingaggio.

BOMBE SU CACCIA, OK NATO - Armare i caccia italiani impiegati in Afghanistan con bombe "non è in contraddizione" con il mandato e la strategia militari della forza internazionale Isaf, ma la decisione va assunta dai singoli paesi a livello nazionale: dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, arriva luce verde ad un eventuale dotazione di bombe per i monoreattori Amx, ma nessuna interferenza sull'esito del dibattito aperto in Italia, dopo l'agguato dei talebani costato la vita ad altri quattro militari italiani. "In Afghanistan tutti i contingenti internazionali dotati di bombardieri hanno i loro aerei con l'armamento previsto, vale a dire le bombe. L'Italia no, per mia decisione. Ora, di fronte a quello che sta accadendo, non me la sento più di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere", aveva detto ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Trovo del tutto naturale" il dibattito aperto in Italia sulla ricerca di mezzi e strumenti che possano contribuire a "difendere meglio le proprie truppe dispiegate sul terreno, impegnate nel controllo del territorio", commenta Rasmussen, interpellato dall'ANSA a Bruxelles.

"Il come farlo deve essere, penso, una decisione nazionale, anche se ovviamente deve essere presa nella cornice del nostro mandato e dei nostri obiettivi comuni", precisa il capo dell'Alleanza. Ad una domanda se dotare di bombe i caccia italiani non possa essere in contraddizione con la nuova strategia del generale David Petraeus che punta ad evitare il più possibile attacchi aerei per limitare al massimo le vittime tra i civili, Rasmussen é molto chiaro: "Non vedo nessuna contraddizione tra questo tipo di intervento e la strategia che abbiamo adottato per le nostre operazioni in Afghanistan". La preoccupazione per le vittime civili, e l'obiettivo di limitarle al minimo, resta uno dei pilastri della nuova strategia dell'Isaf in Afghanistan. "Ma ciò non è in contraddizione con la necessità che ogni nazione faccia tutto il possibile - spiegano all'Alleanza - per garantire la migliore difesa dei propri soldati impegnati sul terreno. Ciascun paese ha questa responsabilita". Nell'ambito della cornice comune - definita dal mandato ricevuto dall'Onu e dalle direttive militari concordate - ciascun paese ha la responsabilità di decidere i mezzi e gli strumenti più adatti. "La maggioranza delle 46 nazioni che partecipano alla missione Isaf non dispongono di bombe sui propri aerei", riferiscono fonti dell'Alleanza. "Ma le bombe sui jets e sui caccia sono un obbligo per paesi come gli Usa, la Gran Bretagna e il Canada, che da anni sono impegnati nel sud dell'Afghanistan, la tradizionale roccaforte dei talebani e degli insorti".

L'Italia è impegnata nella regione occidentale di Herat, una volta considerata relativamente tranquilla. Ma da oltre un anno i soldati italiani sono costretti a fare fronte alle infiltrazioni crescenti di insorti dalle altre regioni, specie da sud, che hanno reso quest'area sempre più calda.


(ANSA.it)

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