lunedì 29 novembre 2010

BRUINO, IL MARITO DELLA VITTIMA, "AD ANTONELLA OFFRII IL RISCATTO"


"Non vedo più un futuro nella mia vita. Sarà già dura arrivare fino a Natale. La più piccola come regalo ha chiesto che torni la mamma. E io cosa le posso dire?". Il tono della voce è pacato, come sempre. La voce di chi, come dice lui, ha "la coscienza a posto". Giacomo Bellorio, il marito di Marina Patriti, non si impressiona più dei titoloni sui giornali sul suo conto e sulla relazione con l'assassina della moglie, Maria Teresa Crivellari, per tutti Antonella. Proprio lei continua ad indicarlo come suo complice. Ma nonostante le accuse né la procura di Pinerolo, né quella di Torino (ora il fascicolo è in mano al pm Eugenia Ghi) lo hanno finora indagato. Anzi, proprio il castello di sospetti costruito contro di lui dall'ex amante non avrebbe al momento trovato riscontri oggettivi, anzi le prove contro di lui sarebbero state smentite. "Vede? Più le spara grosse, più perde di credibilità", commenta Bellorio, che è assistito dall'avvocato Roberto Capra.

Eppure il suo comportamento ha dato adito a dubbi. Non ha mai mostrato disperazione, ha mantenuto sempre un legame con la sua ex amante. Che effetto le fa che qualcuno sospetti di lei?
"Non mi interessa quello che la gente dice o pensa. Prima di parlare dovrebbe provare a mettersi nei miei panni. Chi non ci conosce è venuto a sapere di questa vicenda un mese fa. Ma io soffrivo da nove mesi. Le persone che contano, i miei figli, i familiari di Marina e i miei amici mi sono più vicini che mai".
E gli abitanti di Bruino come la vedono?
"Qualcuno è ancora scettico. Quando si era diffusa la notizia falsa che ero indagato la strada si è riempita di curiosi che facevano foto. Mi sono detto "Qua finisce come Avetrana e si mettono a organizzare i pullman"".
Ha pensato di andarsene?
"Assolutamente no. Avevamo fatto tanto per quella casa. Nell'ultimo periodo con Marina eravamo al massimo della felicità. A maggio 2009 aveva pensato alla separazione ma a novembre, quando c'era l'udienza, abbiamo strappato il foglio. Era una donna stupenda, dove la trovi una donna che perdona una cosa del genere? Marina sapeva che Antonella era pericolosa, per quello mi diceva di darle tutti i soldi che voleva, anche per un anno o due. Aveva paura che se la prendesse con nostra figlia Tatiana, che era quella che aveva scoperto tutto e che aveva screditato Antonella".
Ma è vero che dopo la scomparsa di Marina ha mantenuto un legame con la Crivellari, no?
"L'ho vista, sì. Quando ero arrabbiato sono andato anche due o tre volte al giorno a casa sua per farla parlare. Ho anche fatto finta che tra di noi potesse di nuovo esserci qualcosa, ma era solo un modo per strapparle la verità. E non ho rimorsi, ne avrei se non avessi fatto nulla. Come fai a stare con le mani in mano, quando sai che lei ha preso tua moglie?".
Le ha provate tutte?
"Certo. Ho provato anche a offrirle del denaro pur di riavere mia moglie, credevo l'avesse nascosta da qualche parte e le stavo offrendo un riscatto".
Quanto denaro?
"Tanto. Centomila euro. Volevo fare leva sulla sua sete di denaro".
E non è servito?
"No. Allora ho provato col figlio Alessandro: gli avrei pagato un albergo per finta di sparire e far spaventare Antonella, ma non ha accettato. Poi ho minacciato di mandarli via dalla casa di Sant'Ambrogio, perché il contratto d'affitto era intestato a me, ma mi hanno detto che loro avevano la residenza e che non ci sarei riuscito. Ero disperato, mi sono fatto una copia delle chiavi di casa per entrare di nascosto, ma loro non lasciavano mai la villetta incustodita. Poi ho provato con le buone, diciamo. Ma tra noi due non poteva rinascere niente, non ho mai pensato che fosse innocente. Anzi, il modo in cui l'ha uccisa dimostra quanto la odiasse. Se l'è messa sotto i piedi".
E quelle telefonate il giorno della scomparsa?
"Alcune erano per dei bollettini di pagamento: da tempo glieli chiedevo e non capivo come mai quel giorno insistesse per restituirmeli. Poi ne ho fatta una lunga alla sera, per chiederle cosa avesse fatto a Marina".
Non ha mai avuto paura di essere incriminato?
"No, perché ho la coscienza a posto. Adesso vediamo come si mettono le cose, però io ho perso la fiducia nella giustizia mesi fa, quando Antonella è stata interrogata per 10 ore e poi è stata rilasciata. Io sapevo che era stata lei, invece, è uscita dall'interrogatorio con un ghigno. Da allora si è sentita intoccabile".
Cosa le ha insegnato tutta questa vicenda?
"A non fidarmi più di nessuno. Specie di chi ti riempie di sviolinate. Ho saputo che, prima di me, Antonella aveva cercato di circuire altri uomini, che sono stati più furbi e non ci sono cascati".
Come vede il suo futuro?
"Non lo vedo. Faccio fatica a pensare di arrivare a Natale. E sarà un problema affrontare le feste. Sa cosa chiede la bimba più piccola come regalo? Che torni a casa la mamma".
Parlate spesso di Marina?
"E come si fa a non parlarne? Ogni giorno escono servizi su internet, sui giornali, in tv".
Che effetto le fa vedere la sua vita in una pagina di cronaca?
"Mi fa pensare agli altri casi che leggo. Penso che bisogna sempre dubitare di cosa c'è scritto".
Ci sarà mai posto per un'altra donna, per un'altra vita?
"Adesso ci sono solo i miei figli. Mi sveglio al mattino alle tre e mezzo, scelgo la roba per il mercato, lavo i piatti e preparo qualcosa per la casa. Poi la sera torno e finisco di fare le faccende domestiche. Con i figli mi aiutano i miei cognati e mio suocero. Ma è dura andare avanti. Molto dura".


Repubblica

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