martedì 30 novembre 2010

LA TRAGICA SCOMPARSA DI "MARIO MONICELLI", MORTO SUICIDA A ROMA


Un volo dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma. Scompare così Mario Monicelli, ultimo grande maestro del cinema italiano. Il regista si è ucciso lanciandosi, intorno alle 21 di lunedì sera, dal reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da domenica. Il cineasta aveva 95 anni e soffriva di un tumore alla prostata. Il corpo di Monicelli è stato trovato dal personale sanitario dell'ospedale a terra, disteso nei viali vicino alle aiuole, a pochi metri dal pronto soccorso. Non ha lasciato nessun biglietto a spiegazione del suo gesto. Sul posto sono arrivati amici e familiari. Al San Giovanni sono giunti anche gli agenti del commissariato Celio per ricostruire quanto accaduto e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. La notizia del suicidio in pochi secondi ha fatto il giro del web: commenti, foto, ricordi, riflessioni sono postati velocemente su Facebook e Twitter, mentre su YouTube i video del maestro hanno raccolto numerosissimi clic.

STANCHEZZA E INSOFFERENZA - Secondo la ricostruzione, Monicelli ha effettuato prima il giro per la terapia poi, una volta rimasto da solo nella stanza doppia occupata da lui soltanto, ha raggiunto la finestra e si è gettato nel vuoto. La tragedia si è consumata nella palazzina principale dell'ospedale. Stando ad alcune testimonianze, il regista aveva mostrato stanchezza e insofferenza per la malattia che lo aveva colpito a 95 anni. «Era stanco di vivere» ha riferito un sanitario. La moglie del cineasta, in giacca nera e pantaloni grigi, è uscita con il volto sofferente e visibilmente provato dalle lacrime, ma con lo sguardo alto, senza dire nulla. Anche il padre del regista, il noto scrittore e giornalista Tomaso Monicelli, morì suicida nel 1946.

«POSSO CAPIRE QUESTO GESTO» - La notizia della scomparsa del regista ha colto di sorpresa il mondo del cinema e non solo. «Quello che è successo mi ha lasciato estremamente basito» ha commentato il produttore Aurelio De Laurentiis. «Io che lo conoscevo profondamente e sapevo della sua grande dignità e del suo desiderio di essere sempre indipendente e autonomo, posso capire questo gesto. Ultimamente aveva perso anche la vista ma fino all'ultimo era stato capace di una deambulazione perfetta. Insomma una persona sana che non tollerava l'idea di poter dipendere da qualcuno». «Sono attonito» ha detto Carlo Verdone, accogliendo con grande sgomento la notizia della morte tragica di Mario Monicelli. «Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non sosteneva più la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande osservatore e narratore - ha aggiunto l'attore romano - anche se a volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di poche parole. Un anno fa - ha ricordato Verdone - mi capitò di fargli gli auguri a Natale. Rimase sorpreso: gli auguri, mi disse, non li fa più nessuno». «Non posso andare avanti: devo dirvi che è morto Mario Monicelli. Lo avremmo tanto voluto qui, ma era malato e adesso non c'è più» ha detto invece Fabio Fazio durante la diretta di Vieni via con me, il programma condotto con Roberto Saviano su Raitre. Il pubblico in studio ha accolto la notizia con un lungo applauso. «Non so che cosa si dirà domani di quello che è successo - ha commentato Giovanni Veronesi -, ma una cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a novantacinque anni. Era davvero speciale». Veronesi si è detto «scombussolato»: «L'avevo sentito poco tempo fa - ha spiegato - e pur sapendo che era all'ospedale, non lo sono mai andato a trovare. Peccato». «Provo un grande dolore» ha scritto in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.


Corriere

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