mercoledì 3 novembre 2010

LA SICUREZZA DELLA THYSSEN VOLUTAMENTE TRASCURATA


Omissioni volontarie di cautele contro gli incidenti. E' questa l'accusa che i pubblici ministeri della Procura di Torino hanno mosso contro i dirigenti della Thyssenkrupp nell'udienza di questa mattina del processo per i sette operai morti nell'incendio del 2007. "La mancanza di impianti di rilevazione e spegnimento incendi sulla linea 5 è stata la causa della tragedia": ha detto il pm Francesca Traverso durante la requisitoria. E sul reato di omissione volontaria di cautele contro gli incidenti è stato il pm Raffaele Guariniello a tracciare, nel suo intervento, le linee della giurisprudenza con le sentenze della Cassazione. Alla Thyssenkrupp di Torino la sicurezza dei lavoratori e degli impianti di produzione è stata volutamente trascurata: per prendere i provvedimenti necessari bastava che i dirigenti responsabili "leggessero le norme tecniche in materia di prevenzione" ha detto Francesca Traverso.

"La legge - ha detto il magistrato - non ammette ignoranza. E le norme in materia di prevenzione, che ci sono, non vanno interpretate: vanno semplicemente lette". E' per questo che, a giudizio della pubblica accusa, è stato commesso il reato di omissione volontaria di cautele contro gli incidenti. La Traverso ha citato il decreto ministeriale del 1998 e la legge 626 del 1994 (che era in vigore all'epoca dei fatti) in materia di sicurezza sul lavoro, più una lunga serie di norme tecniche specifiche messe a punto da vari enti. Secondo l'accusa, la linea 5 doveva essere dotata di dispositivi adeguati: "Lo richiedevano il rispetto delle normative e le stesse peculiarità dello stabilimento di Torino".

Nelle prossime udienze (la requisitoria riprenderà il 9 novembre) si parlerà dell'omicidio volontario con dolo eventuale, il reato contestato all'amministratore delegato Harald Espenhahn.


(REPUBBLICA.it)

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