venerdì 26 novembre 2010

DELITTO DI BRUINO, "CI SIAMO AMATI ANCHE DOPO L'OMICIDIO"


TORINO - Quanto meno confuso. Così appare Giacomo Bellorio, 47 anni, 3 figli e una moglie morta ammazzata dalla sua amante. È con un mix di imbarazzo e vergogna che ammette: «Sì, è vero: ho continuato a incontrarmi con Antonella. Sono andato ancora a letto con lei, ma solo perché volevo carpirle informazioni sulla fine di mia moglie».

Antonella altri non è che Maria Teresa Crivellari, 53 anni, in carcere per aver avvelenato, il 18 febbraio scorso, Marina Patriti, 44 anni, moglie di Giacomo. Lei l’aveva ribadito nell’interrogatorio di fronte al pm Eugenia Ghi, una settimana fa: «Io e Giacomo non abbiamo mai smesso di essere amanti, la nostra relazione è andata avanti anche dopo la morte di Marina». E il figlio dell’assassina, Alessandro Marella, 20 anni l’ha ribadito l’altro ieri in procura: «Fino a dieci giorni prima dell’arresto, Bellorio ha continuato a venire a casa nostra a Sant’Ambrogio per vedere mia madre. Arrivava, 2-3 volte alla settimana e si chiudeva in camera con lei».

Giacomo, venditore ambulante di pane, ammette la circostanza, ma non la quantità. «Non è vero che andavo un paio di volte la settimana, tanta frequenza è successa solo qualche volta, non sempre». Ma perché? Come ha fatto a dormire nello stesso letto con chi sospettava di avergli ucciso la madre dei suoi figli? «L’ho fatto solo perché speravo che Antonella mi raccontasse finalmente la verità. È una donna che si è inserita nella mia vita e l’ha dominata. Lei non sa di che cosa è capace. Racconta un mare di frottole ed è in grado di ingannare chiunque».

Come faceva a mantenersi calmo con quel terrible sospetto che le rodeva l’anima? «Beh, innanzitutto avevo paura che si potesse vendicare in qualche modo. Ha sempre patito mia figlia Tatiana e temevo che le facesse del male. E poi non sempre ero convinto che avesse ucciso mia moglie. Pensavo che l’avesse solo sequestrata». Sequestrata? Per oltre 8 mesi? «No, in effetti qualche volta ho creduto che l’avesse sequestrata lei con l’aiuto di qualcuno. Qualche altra, invece, ho pensato che a sequestrarla era stata la terza donna, quella donna misteriosa dalla quale la mia vicina di banco, Annalisa Di Tonna, diceva di aver ricevuto il portafoglio di mia moglie». Mah. Annalisa Di Tonno è stata indagata di favoreggiamento dalla Procura di Pinerolo (che ha avviato le indagini, insieme ai carabinieri). Ora per competenza territoriale, poiché la casa dov’è stata uccisa e sepolta la vittima si trova a Sant’Ambrogio, l’inchiesta si è trasferita a Torino. Di fronte al sostituto procuratore Eugenia Ghi, Maria Teresa Crivellari (difesa dall’avvocato Giampaolo Mussano) ha insistito nel coinvolgere l’amante: «Sapeva tutto del delitto e mi ha aiutato a scavare la fossa in giardino e a nascondere il cadavere».

L’altro ieri il figlio Alessandro Marella, assistito dall’avvocato Fabio Arcangeli, è stato vago sul ruolo di Bellorio: «Non so se sapesse del delitto. So solo che si vedeva sempre con mia madre». Giacomo Bellorio, che pur non essendo indagato si è rivolto all’avvocato Roberto Capra, si difende su tutta la linea per quanto riguarda l’uccisione della moglie: «Non sapevo niente, avevo dei sospetti, ma mai Antonella mi ha parlato del delitto. Mai. Io l’ho pregata tante volte di dirmi la verità, ma lei mi rispondeva che Marina era scappata con un amante. Amante che in realtà mia moglie non ha mai avuto». E aggiunge: «Il 18 febbraio parlai al cellulare con Antonella alcune volte, ma dell’omicidio non sapevo assolutamente nulla». Qualche elemento importante potrebbe emergere dal controllo dei tabulati telefonici. Intanto, ieri mattina, il Tribunale del Riesame si è riservato la decisione sulla scarcerazione di Alessandro Marella.

Il Tribunale del Riesame si è riunito su richiesta della difesa del giovane, che ha ammesso di avere scavato la buca, respingendo ogni altro addebito. «Il suo racconto - precisa l’avvocato Fabio Arcangeli - è stato genuino, spontaneo e trasparente. Ora sta al giudice credergli». Ancora sospesa è anche la scarcerazione di Calogero Pasqualino (difeso dall’avvocato Gubernati) arrestato perché insieme ad Andrea Chiappetta (assistito dall’avvocato Giampaolo Zancan) ha accompagnato la vittima a casa dell’assassina.


LaStampa

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