mercoledì 24 novembre 2010

(VIDEO) ENNESIMO INTERVENTO DI BERLUSCONI IN DIRETTA A BALLARO'


Una mobilitazione per l'11 e il 12 dicembre con raccolta di firme a favore del governo e, probabilmente, un nuovo simbolo dopo il voto di fiducia. Su queste due direttrici si sta muovendo Silvio Berlusconi in vista della nuova fase che si aprirà dopo il voto del Parlamento, il 14 dicembre. Intanto striglia il partito, diviso e nel quale quasi ogni giorno si apre uno scontro interno. "Le questioni interne - dice - conto di affrontarle quanto prima con la consueta disponibilità a prendere in considerazione le opinioni. Nel frattempo invito tutti a senso di responsabilità, sobrietà, rispetto dei nostri militanti e dei nostri elettori che non approvano personalismi ed esibizionismi". Poi, in serata, telefona in diretta a Ballarò. Il programma affronta il tema dei rifiuti e Berlusconi vuole rivendicare l'azione del governo e le "promesse mantenute". Ma la telefonata degenera. "Siete dei millantatori", chiosa il presidente del Consiglio prima di interrompere la comunicazione.

Ipotesi di cambiamento. Fonti accreditate dicono che il premier ha in mente di cambiare. L'ipotesi è che dal simbolo scompaia la scritta 'Pdl': così resterebbe solo 'Berlusconi presidente' o 'Silvio Berlusconi'. Ma potrebbe scomparire anche il Pdl: il premier avrebbe intenzione di bruciare le tappe e lanciare il nuovo partito proprio dopo il 14 dicembre. La data che farà da spartiacque tra vecchio e nuovo corso, dopo la quale Berlusconi dovrebbe - secondo le fonti - evocare una sorta di nuovo 'predellino', una 'uscita forte' dal punto di vista mediatico. Intanto si lavora alla mobilitazione. Sabato 11 dicembre manifestazioni in tutte le regioni, fra piazze e teatri. Il 12 i gazebo con la raccolta firme per chiedere ai sottoscrittori di sostenere il governo che, scrive il Cavaliere in una nota, "ha messo a punto il piano per il Mezzogiorno che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei ministri dopo aver varato nelle scorse settimane la legge sulla stabilità finanziaria, già approvata dalla Camera, il federalismo fiscale e il piano per la sicurezza".

La telefonata a Ballarò. Intorno alle 22 il premier chiama in diretta il programma di RaiTre. Si discute di rifiuti, lui parla di un "ritorno di protesta" riferendosi a quanto accadde la sera del 2 giugno scorso, quando a mandarlo su tutte le furie fu un servizio sulla manovra economica del governo. Anche in quel caso telefonata, rapido intervento e giù la cornetta. "Il servizio che avete mandato in onda è mistificatorio - dice - avete fatto vedere una mia garanzia circa la soluzione di un problema in dieci giorni e circa la soluzione di un altro problema in tre giorni. In dieci giorni, attraverso il nostro Dipartimento della Protezione civile, siamo intervenuti, abbiamo rimediato alla situazione ed evitato che i rifiuti producessero miasmi. E abbiamo risolto la situazione intorno al Vesuvio alla fine del nono giorno". Poi continua: "Tre giorni fa avevo detto che i rifiuti dal centro di Napoli, dovuti all'inefficenza delle aziende delagate dal Comune, sarebbero stati rimossi, siamo intervenuti con l'esercito e sono stati rimossi, le nostre promesse sono state mantenute e lei - intima al conduttore Giovanni Floris, che cerca di fargli una domanda - la deve smettere di interrompere quando una persona deve dare una spiegazione conseguente a un misfatto di informazione che è stato commesso".

Berlusconi a Floris: "Siete dei mistificatori". "Se vuole, può venire in trasmissione", dice Floris ma il presidente del Consiglio lo interrompe con toni molto nervosi: "Lei crede che la Rai sia sua ma è pagata dai soldi di tutti gli italiani", dice, mentre il sala monta un mormorìo pronunciato, "non rispondo alle sue domande, voi - continua - siete dei prepotenti e mistificatori, l'ottimo ministro Fitto (ospite in studio, ndr) vi saprà dare delle risposte", "questa vostra tecnica non può funzionare con me che se permette di televisione me ne intendo". E chiude il telefono.

Floris: "Il problema è suo, non di Ballarò". Floris precisa che "noi, come già accaduto, quando arriva una telefonata del presidente del Consiglio la prendiamo, poi se si rimangia la parola è un problema suo, non un problema di Ballarò". Un problema che Floris sollevò - sempre a cornetta riattaccata - anche il 2 giugno quando il premier disse che non era "accettabile sentire in una tv di Stato certe menzogne". Anche allora non lasciò il tempo alle repliche. E il conduttore, come anche stavolta, replicò - sempre a conversazione troncata - che "quello che non è accettabile in una tv di Stato è che si inizi un dialogo e poi si insulti buttando giù il telefono prima che arrivi la risposta". Questa volta il giornalista spiega che "l'identità del nostro programma è che possano confrontarsi il bianco e il nero, esporre le proprie idee e venire confutati o coroborati dalle domande del giornalista. Da dieci anni - continua Floris - Ballarò si caratterizza per questo confronto, con quest'ottica abbiamo sempre ospitato le telefonate di Berlusconi, verrà un giorno che in Italia si potrà far parlare destra, sinistra e centro e noi siamo qui ad aspettarlo. Domani si vota su Rai e pluralismo, e non vorrei che questo intervento sia pontiere del voto...".

Le reazioni. In studio a Ballarò c'è anche il deputato di Fli Fabio Granata. Che subito dopo la telefonata riprende il discorso interrotto e dice a Floris: "Lei mi chiedeva della leadership di Berlusconi, da questa telefonata le posso dire che noi non gli riconosciamo alcuna leadership, Berlusconi fa propaganda". Al presidente del Consiglio fa eco il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, che affida alle agenzie di stampa il suo pensiero: "La faziosità dei programmi Rai non è più tollerabile. E' inaccettabile come il servizio pubblico italiano, pagato con i soldi dei cittadini impedisca a un presidente del Consiglio di esprimere il proprio pensiero e le proprie opinioni. Ormai in Rai trova solo spazio chi denigra e deride questo governo e il presidente". Aggiunge Francesco Casoli, vice capogruppo Pdl a Palazzo Madama e membro della commissione di Vigilanza Rai: "E' inutile che Floris giustifichi la sua faziosità, basta solo ascoltare a chi sono indirizzati gli applausi di una claque ammaestrata per capire quanto Ballarò sia sbilanciato a sinistra. A Granata - aggiunge - faccio notare che Fini fa politica tanto quanto il premier solo che poi si nasconde dietro l'istituzionalità della sua carica".

Berlusconi, commenta il capogruppo dell'Idv, Massimo Donadi, "si conferma per quel che è, un venditore di fumo arrogante e mistificatore. Le bugie sull'emergenza rifiuti non hanno bisogno di spiegazioni, la realtà è sotto gli occhi di tutti". E Antonio Di Pietro: "L'aggressione a Floris è la prova provata che Berlusconi è abituato solo a utili servi e a discepoli consenzienti". Osserva Giuseppe Giulietti, portavoce dell'associazione Articolo21: "Se ancora ci fosse stato bisogno di un prova dell'assenza di equilibrio che caratterizza il presidente del Consiglio, è puntualmente arrivata. Per l'ennesima volta ha dimostrato che non è in grado di accettare il contraddittorio e che non accetta altro che domande concordate. Sarà bene che il presidente Galimberti e il dg Masi ricordino al premier che valgono anche per lui le regole del contraddittorio e della buona educazione".


(REPUBBLICA.it)


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