lunedì 15 novembre 2010

LA FIOM ALLA FIAT, SIAMO PRONTI AD UN INCONTRO


Giovedì Sergio Marchionne aveva assicurato di essere pronto a far partire la trattativa su Mirafiori "anche subito", spiegando che "il confronto parte quando lo vogliono i sindacati". E la Fiom Torino è rimasta spiazzata: "Abbiamo preso atto con stupore di ciò che ha dichiarato l'amministratore delegato, perché ci risultava di essere tutti in attesa di una convocazione da parte dell'azienda. Così abbiamo subito inviato una lettera alla Fiat e all'Amma, l'associazione delle aziende metalmeccaniche torinesi, per chiedere formalmente un incontro sugli stabilimenti torinesi di Mirafiori e Bertone", racconta Federico Bellono, segretario provinciale del sindacato che fa parte della Cgil.

Proprio la Fiom ieri ha tenuto le sue assemblee al reparto Carrozzerie di Mirafiori. Incontri, dice il responsabile nazionale auto, Giorgio Airaudo, "molto partecipati, con quasi duemila persone in tutto. Abbiamo spiegato ai lavoratori che abbiamo intenzione di stare al tavolo per conoscere i prodotti, che siamo disposti ad affrontare i problemi di turni e flessibilità". Ma, sostiene il sindacalista, non tutti i "nodi" di Pomigliano saranno automaticamente applicabili anche a Mirafiori: "Lo stabilimento torinese parte da una posizione differente. Per esempio, sulle pause lavorative abbiamo firmato un accordo due anni fa e troverei curioso si modificasse un'intesa così recente".

Altro tema caldo di Pomigliano è la lotta all'assenteismo. Ma, sottolinea Airaudo, "a Mirafiori non ci sono risulta che ci sia un problema simile, così come non c'è una questione di governabilità. Quando ne parla, Marchionne dimentica che lo sciopero ha un costo e che i lavoratori di certo non si divertono a farlo. Siamo interessati a discutere di procedure di raffreddamento del conflitto, ma non accetteremo azioni coercitive". In ogni caso, aggiunge l'esponente della Fiom, "noi vogliamo negoziare. Però ci sarebbe piaciuto arrivare al tavolo con una piattaforma comune con gli altri sindacati, come accadde nel 2003. Comunque, nessuno pensi di trattare a fabbrica chiusa: la discussione dev'essere fatta coinvolgendo i lavoratori e quindi non durante i periodi di cassa integrazione".

Giovedì le tute blu torinesi hanno votato a maggioranza un ordine del giorno in cui chiedevano il referendum su un'eventuale ipotesi di accordo. Subito i sindacati del "sì" di Pomigliano si sono detti concordi. Ma ieri dalla Uilm è arrivata una parziale frenata: "Continueremo a parlare con i lavoratori anche quando inizierà la trattativa - dice il responsabile auto della Uilm, Eros Panicali - ma non accetteremo che altri ci dicano cosa dobbiamo fare. Il referendum è l'ultima cosa a cui pensare in questo momento. Coloro che faranno l'accordo decideranno in che modo consultare i lavoratori".

Questi giorni di riunioni a Mirafiori hanno anche segnato un piccolo primato: per la prima volta un rappresentante dell'Ugl ha tenuto un'assemblea a nome anche di Fim, Uilm e Fismic. All'esponente del sindacato "di destra" è toccato parlare al reparto Lastratura che, ironia della sorte, è tra quelli che nel comprensorio di Mirafiori registrano una delle più alte adesioni ai sindacati autonomi.


(REPUBBLICA.it)

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