giovedì 25 novembre 2010

LA "RIVOLUZIONE" DEI TURNI, PROPOSTA FIAT PER MIRAFIORI


Il futuro di Mirafiori, o almeno delle Carrozzerie, sarà svelato domani. Sarà un momento importante non solo per le migliaia di dipendenti che ogni giorno varcano i cancelli di corso Tazzoli ma per l´intera città. La trattativa inizierà in via Vela alle 9,30. Alla sede dell´Unione industriale ci saranno i rappresentanti dei sindacati torinesi. Quali sono i nodi da sciogliere?

Il primo sarà quello dei prodotti. Le indiscrezioni parlano di un piccolo Suv da vendere su tutti i mercati mondiali, una produzione che da sola sarebbe in grado di assorbire l´attuale organico e, addirittura, di richiedere nuove assunzioni. «Noi siamo pronti a passare ai fatti come chiede Marchionne», premette Maurizio Peverati della Uilm aggiungendo che «sarebbe positivo se il Lingotto facesse altrettanto. Ci attendiamo di discutere di investimenti, modelli, tempistiche e occupazione, cioè tutto quello che può rendere tranquilla la situazione a Mirafiori e l´indotto che, lo ricordo, vale 70 mila famiglie». La preoccupazione, dice il segretario della Fim, Claudio Chiarle, è che «la Fiat abbia qualche difficoltà a presentarci un piano completo sui prodotti e che voglia affrontare prima gli aspetti sindacali».

Difficilmente il Lingotto potrà presentarsi domani chiedendo ai sindacati di firmare una cambiale in bianco sull´organizzazione del lavoro senza dire quali modelli intende realizzare a Torino. Ma, sempre sul piano dei modelli, ci sono anche i timori della Fiom: «Credo che sarebbe sbagliato - dice Giorgio Airaudo - se la Fiat pensasse di realizzare a Mirafiori un solo modello. La forza dello stabilimento torinese infatti è sempre stata quella di avere dipendenti in grado di lavorare su tutti i modelli, dalla Panda alla Thesys. Inoltre legare il destino dello stabilimento a un solo modello nei segmenti dove la Fiat incontra tradizionalmente più difficoltà mi sembra rischioso». La Fiom propone dunque di «mantenere a Torino almeno la produzione della Mito».

Ma la vera rivoluzione a Torino potrebbe riguardare il sistema degli orari se, come trapelava ieri, la Fiat presenterà davvero una proposta che prevede quattro giorni di lavoro con turni di 10 ore e tre giorni di riposo. Un cambiamento profondo destinato a modificare radicalmente i tempi di una parte considerevole della città. Il nodo dell´organizzazione del lavoro potrebbe diventare uno degli scogli difficili da superare.
Il terzo punto interrogativo riguarda il futuro delle aree non comprese nella trattativa: la progettazione, le presse, le meccaniche. Quante piattaforme verranno progettate a Torino e quante a Detroit? La Fiat continuerà a lasciare il polo torinese senza la produzione di un motore? Punti interrogativi che si dovranno sciogliere entro fine anno. Per ora, come osservava ieri Sergio Chiamparino, c´è da sperare che la convocazione del tavolo su Mirafiori «sia l´inizio di un percorso virtuoso».


Repubblica

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