lunedì 22 novembre 2010

FUGA DALLA PERIFERIA CON I CAMPIONI DI BRACCIO DI FERRO


TORINO - I film di Sylvester Stallone li hanno visti tutti. Ma preferiscono raccontare «di come ho piegato l’altra sera l’avambraccio a Lucio» su Facebook. L’importante è che - come nel film «Over the Top» - in una casa popolare di via Biglieri sia scoppiata una febbre che in realtà è un antidoto: alla disperazione per un lavoro che non c’è, a giornate senza fine passate in strada, alla noia che ti emargina. Questa passione è per uno sport antico che si pratica a costo zero: il braccio di ferro. Con fior di campioni a dar lezioni gratis ai ragazzi che, dopo aver scoperto quanto è bello battersi gomito contro gomito, si sono regolarmente iscritti alla Federazione nazionale.

Fra loro c’è anche Patrizia De Angeli, due volte campionessa del mondo nel ‘91 e nel 2001 e tanti altri campioncini. «Presto parteciperanno ad un torneo europeo all'estero. Ma è uno sport povero e completamente trascurato dai finanziamenti. Anche se è una disciplina un pò come la boxe. Cioè aiuta a recuperare giovani dalla strada», spiega lei, orgogliosa dei suo allievi.

Ora però che in quella stanzetta sei metri per otto in cui si allenano ogni venerdì sera i ragazzi di via Biglieri c’'è tutto il tema del disagio sociale unito al tentativo di riscatto e dello sport trascurato, qualcuno si è accorto di loro. Ora Andrea Stara, capogruppo in Regione di «Insieme per Bresso», ha deciso di presentare un ordine del giorno in loro sostegno. Perché le speranze di questi giovani che si allenano nelle case popolari (perché privi di mezzi e finanziamenti) non restino deluse. «Il “braccio di ferro” è uno sport povero per eccellenza - scrive Stara -, non necessita di attrezzature particolari, fatta eccezione per il tavolo regolamentare, né investimenti economici gravosi. E’ però una disciplina sportiva a tutti gli effetti, fatta quindi anche di regolamenti e tecnica, un profilo importante che consente di coniugare l’osservanza di regole con l’aspetto invece più ludico e agonistico».

Poi arriva al punto: «Sono soprattutto i giovani e i giovanissimi ad essere attratti dalla sfida del braccio di ferro, particolarmente in contesti urbani dove questo sport rappresenta un valore aggregativo e sociale. Ecco perché le istituzioni dovrebbero prestare maggiore attenzione a questa passione, che non solo può rappresentare una forma di prevenzione del disagio giovanile low cost, ma che anche dal punto di vista prettamente sportivo ha dato risultati più che soddisfacenti per la nostra Regione negli ultimi anni, con campioni e campionesse a livello mondiale».

Ci pensa la campionessa Patrizia De Angeli (che anche questo venerdì sera era insieme con i suoi ragazzi a insegnare loro i segreti della tecnica) a fare qualche esempio: «Basti ricordare il terzo e quinto posto ai campionati mondiali in Canada, o addirittura il 1° posto nel 1999 e nel 2001 in Egitto. Il prossimo appuntamento sarà a dicembre con la partecipazione in Ucraina di alcune atlete e atleti: una sfida notevole». Incalza Stara: «Le società “fai da te” non bastano, per questo ho presentato un ordine del giorno in Consiglio regionale che sostiene la necessità di una maggiore attenzione nei confronti del braccio di ferro, sia a livello di promozione sia di sostegno economico».

Un intervento che, secondo Aldo Benedetto, presidente del Comitato inquilini di via Biglieri «era atteso da tempo e gioverà a questa disciplina, che ha il grande merito di togliere i ragazzi dalla strada». Come conferma Francesco Zizzania, trentasei anni, tre volte campione italiano e quinto al mondo nel 1993: «Qui in via Biglieri i giovani non possono permettersi il lusso di alcuna disciplina sportiva, io dò loro lezioni gratis, e al di là dello sport i ragazzi trovano in me un appoggio psicologico: certo, se potessimo avere una sede più grande e qualche finanziamento in più, anche i risultati sarebbero più concreti».


(LASTAMPA.it)

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