domenica 14 novembre 2010

TORINO, SICUREZZA A SCUOLA, "NON C'E' PIU' UN EURO"


Rspp è l’acronimo di responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Se in una scuola si verifica un incidente a chiunque, provocato da carenze nella sicurezza dell’edificio, è lui che ne risponde, a 1500 euro lordi l’anno.

Per come l’organizzazione scolastica di vertice ha concepito e deciso di retribuire questa figura, il signor Rspp è un parafulmine. Niente di più. Leggi, norme, circolari sono diventati una foresta di carta, un semplice maestro o professore non può più inventarsi Rspp (e chi glielo farebbe fare? I 1500 euro lordi l’anno?). Così avanza una nuova figura di tecnico: l’architetto burocrate, specializzatosi in documenti di valutazione del rischio di centinaia di pagine. Uno di questi specialisti è Rspp di 97 scuole a Torino. Tira su oltre 100 mila euro di reddito sperando che il devastante crollo al Darwin sia stato evento irripetibile.

Uscendo dal convegno sulla «sicurezza degli edifici scolastici», organizzato dal Comune e dal Comando provinciale dei vigili del fuoco (Centro congressi della Regione, corso Stati Uniti, ieri), Guariniello è stato categorico: «Non va bene...». Un funzionario tecnico dell’Ufficio regionale scolastico aveva tentato di fargli dire che ai dirigenti delle scuole basterebbe segnalare i problemi di sicurezza «a chi di dovere» per scaricare ogni grana in caso di incidenti.

«Io ho scritto e sono a posto». Sotto a chi tocca. Non costa niente segnalare e si può fare pure per e-mail: «Il sostegno in ferro di uno dei canestri per il gioco del basket, in palestra, si è disancorato, vogliate provvedere...». Se cade son c... di qualcun altro. Guariniello sgrana il rosario della giurisprudenza e terrorizza dolcemente la sala gremita da dirigenti scolastici: «Cosi non va bene...». Il sistema della sicurezza di carta pare sia diventato l’unica risorsa: negli ultimi due anni il ministero dell’Istruzione ha bloccato la specifica dotazione per la sicurezza su cui, prima, i dirigenti scolastici potevano contare.

«Intendiamoci - chiarisce subito Nicola Puttilli, a capo della Mazzini, scuola elementare di Santa Rita e presidente dell’Andis Piemonte, l’associazione di categoria dei dirigenti della scuola - non è che prima ci arrivassero finanziamenti veri: 2000-2500 euro l’anno, massimo, per le strutture con più allievi. Con quei fondi, oltre a compensare il Rspp, dovevamo provvedere a corsi una tantum degli Aspp, cioè gli addetti ai servizi di prevenzione e protezione: docenti e personale ausiliario che devono presiedere all’evacuazione degli alunni in caso di incendio, gestire estintori e idranti, la legge prevede 52 ore di formazione».

«Poi c’è il primo soccorso - interviene la collega Ketti Krassevez, dirigente dell’Istituto onnicomprensivo Padre Gemelli, 1100 alunni dai bimbi della materna ai ragazzi di terza media -. Quei 2000 euro dovrebbero servire a comprare le scorte di guanti monouso, cerotti, disinfettanti, ghiaccio sintetico. Ha idea quanto se ne va di questo materiale in un anno? Arrivano gli ispettori dell’Asl e la prima osservazione che fanno, all’ingresso, è sulle calzature degli operatori scolastici: “Perché non hanno scarpe antisdrucciolo?». Puttilli: «Per non parlare dei coprispigoli sui termosifoni che mancano».

Beppe Borgogno, assessore all’Istruzione del Comune, dice la sua: «Abbiamo portato a 33 i milioni da investire nella sicurezza dei nostri 319 edifici scolastici, il 69% dei quali ha il certificato di prevenzione incendi, per gli altri stiamo lavorando. Ma se la Gelmini, per risparmiare, concentra più studenti in ogni classe tocca poi a noi spendere una parte di quei fondi, diciamo 2 milioni, per allargare le porte a norma di legge».


(LASTAMPA.it)

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