mercoledì 3 novembre 2010

BRUINO, LO STRANO CASO DELLA MAMMA SPARITA NEL NULLA


Nove mesi di silenzio. Nove mesi di un marito disperato e tre figli che cercano la mamma. Questa è la storia di Marina Patriti, mamma di 44 anni, casalinga, che la mattina del 18 febbraio scorso dopo aver accompagnato la figlia di cinque anni all’asilo a Bruino, è andata a fare la spesa e non è più tornata a casa, in via Sangano 50. Il marito ne ha denunciato la scomparsa la sera stessa. Prima di andare in caserma, ha trovato la sua auto nel parcheggio del campo sportivo di Villarbasse. Da allora più nulla E questa è la storia non scritta di Marina. Supposizioni e dubbi, che avvelenano la vita dei familiari e di chi sta cercando di fare luce sulla sua scomparsa. Qualcuno dice che era depressa. Vicende tra marito e moglie. Altri, invece, adombrano qualcosa di più. Che Marina sia stata fatta sparire. Portata via o uccisa. Non si sa. Ma quei 600 mila euro frutto di un’eredità trovati sul conto in banca aprono un capitolo sul quale la magistratura vuole vederci chiaro. Chi aveva interesse a farla sparire?

Per provare a capirlo bisogna suonare alla porta della villetta di Bruino e parlare col marito. Giacomo Bellorio, venditore ambulante, vive con i tre figli: la bimba, un ragazzino di 13 anni e un’altra figlia di 23. Dentro c’è confusione. Biancheria stesa in salotto, giocattoli sul pavimento. La ragazza più grande fa tutto. La procura di Pinerolo indaga, con i carabinieri di Torino e Moncalieri. «Indagini a 360 gradi» dicono. Il giallo della scomparsa inizia dagli ultimi messaggi. La mattina del 18 febbraio la donna scambia alcuni sms con il marito. Sono le 8,48. Due ore dopo, alle 12,43 l’ultimo: «Vai a prendere il bambino a scuola che me ne sono andata». Lui legge e non capisce. Strano, avrebbe dovuto scrivere «bambina». Il ragazzo viene a casa da solo. Prova a richiamarla: il telefono è spento. Giacomo Bellorio riceve gli ultimi sms mentre è al lavoro, al mercato di Venaria.

Poco dopo compare la vicina di banco. «Tua moglie mi ha portato questo», dice la commerciante porgendogli un portafogli. L’uomo non lo riconosce. Non sembra quello di Marina. Un altro giallo. Dentro ci sono le chiavi della sua auto, una Renault Scenic, i documenti e una lettera. Un foglio scritto a biro. Legge e rimane sbigottito: «Me ne sono andata via... Non ti preoccupare dei bambini. Un giorno capiranno». Lui pensa al loro rapporto, che ha avuto degli alti bassi, non si preoccupa. Sono una coppia sposata da 25 anni, qualche problema c’è stato. Forse un colpo di testa. Oppure c’è di più. La presenza di un’altra persona che alimentava liti tra marito e moglie. Storie superate. Da loro, forse. Così lui torna a casa, prova a richiamarla. Il cellulare è spento. Cerca l’auto. Raggiunge Villarbasse e trova il monovolume blu. C’è qualcosa di strano. Marina è piccola di statura e di solito guida incollata al volante. Il sedile è spostato all’indietro. Chi l’ha spostato? Qualcuno l’ha portato lì e ha lasciando i fari accesi. E dentro c’è la spesa.

Allora si preoccupa e va dai carabinieri, portando lettera e dubbi. Racconta e aspetta. Gli dicono di avere pazienza. I giorni diventano settimane, e poi mesi. Di Marina non c’è traccia. Tutte le sere i bambini chiedono di lei: le scuse scarseggiano. I parenti della donna gli danno una mano. Anche loro temono, si sono rivolti a un legale. «Mia sorella non si è allontanata volontariamente» dice il fratello, Giovanni Patriti. I Ris di Parma, che hanno esaminato la lettera, dicono: «È scritta da lei». Ma troppi dettagli non tornano. Una mamma non abbandona tre figli. Non sparisce nel nulla come un fantasma.


(LASTAMPA.it)

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