venerdì 19 novembre 2010

MUORE DOPO OPERAZIONE PER TUMORE INESISTENTE


TORINO - La procura ha aperto un’inchiesta sulla morte di un uomo di 73 anni ricoverato a giugno alle Molinette, nella struttura diretta dal dottor Claudio Zanon. Giulio Savarino, classe 1937, è morto nella notte fra giovedì e venerdì scorsi, dopo cinque interventi chirurgici per far fronte alle complicanze di una prima operazione a cui era stato sottoposto il 15 giugno. «Operazione - accusano i familiari - che avrebbe dovuto servire a rimuovere un tumore all’intestino che non c’era». Sequestrate ieri le cartelle cliniche, eseguita l’autopsia, affidata al dottor Valter Declame, il medico legale consulente della procura. L’inchiesta è in mano al pm Stefano De Montis.

Un calvario lungo cinque mesi. «Mio padre - racconta Laura, la figlia del pensionato morto - non si è mai ripreso e non è più uscito dall’ospedale da quando, a giugno, era entrato alle Molinette: dicevano avesse un polipo nell’intestino, e poiché in passato gli avevano trovato due piccole metastasi di un tumore alla prostata, ci hanno detto che era meglio operare». I campioni dei tessuti prelevati durante la resezione dell’intestino avrebbero dato però esito negativo, rivelando invece una diverticolite. «Dopo 3 o 4 giorni - prosegue ancora la figlia - papà ha iniziato ad avere disturbi». E’ stato l’inizio della fine, stando alla denuncia presentata dalla moglie e dalla figlia di Savarino, per il quale si attende adesso il via libera alla sepoltura. La famiglia si è affidata a un avvocato.

Entrato nel reparto del dottor Zanon, Giulio Severino, durante i mesi di ospedale, è stato ricoverato anche nell’Oncologia del professor Mussa. Le sue condizioni sono peggiorate di settimana in settimana, tra un intervento e l’altro, finché il suo cuore ha ceduto, dopo una profonda depressione.

Il dottor Zanon, consulente di Cota per la Sanità, spiega: «A quell’epoca ero già distaccato in Regione, ma i colleghi mi hanno riferito del caso. Non è un paziente che ho operato io: si trattava di un sospetto tumore al colon che ha avuto, come complicanza, una perforazione vescicale, poi altre di carattere settico. Mi è stato detto che hanno cercato di far fronte alla situazione, peggiorata invece fino al decesso, pochi giorni fa».

Il dottor Piero Gaglia, il chirurgo che ha seguito il paziente, spiega: «Ho fornito alla direzione una dettagliata relazione. Preferirei non esprimere altre opinioni. Certo, ci sono stati problemi diagnostici all’inizio, ma il comportamento sia mio sia degli altri medici è stato corretto. Purtroppo, anche nel terzo millennio, esistono limiti alle possibilità diagnostiche. In ogni caso, la sua situazione di diverticolite avrebbe comunque richiesto un intervento chirurgico».


(LASTAMPA.it)

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