sabato 2 ottobre 2010

RISSA AL SANT'ANNA, IL GINECOLOGO "SILVIO VIALE" SOTTO INCHIESTA


L’ospedale Sant’Anna ha aperto un’indagine interna per far luce su quanto accaduto l’altro ieri al 3° piano, nel reparto di Ginecologia. Una vicenda che riporta alla mente quanto accaduto a Messina a fine agosto, ma che - dai primi riscontri - non parrebbe avere lo stesso profilo di gravità: Silvio Viale, il ginecologo paladino della Ru486, avrebbe fratturato un dito della mano alla caposala, Tiziana Adamo, durante una furiosa lite in reparto. Condizionale d’obbligo, perché il dottor Viale sostiene di non aver aggredito nessuno, ma di aver «semplicemente discusso un po’ più animatamente del solito».

Ad accendere lo scontro fra i due «sono stati motivi organizzativi», si limita a dichiarare l’ospedale, confermando la lite e l’inchiesta, ma senza aggiungere altri dettagli. Nelle prossime ore sia il ginecologo sia la caposala saranno ascoltati dalla direzione, che potrebbe sospendere il responsabile della vicenda, se verrà individuato con certezza.

Lo scontro è durato una manciata di minuti, ma la caposala, subito dopo, ha dovuto essere accompagnata al pronto soccorso del Cto, dove i medici le hanno riscontrato la frattura di un dito. Ieri, la Adamo non era in servizio. Stando a quanto riferito da testimoni (si era appena conclusa una riunione di caposala), tutto è cominciato con uno scontro verbale. La tensione è salita insieme ai toni, le parole sono diventate grida, poi si è arrivati al contatto fisico: «Nessuna aggressione - ripete Silvio Viale -: nella concitazione le nostre mani si sono scontrate e lei ha avuto la peggio». Viale si dice «dispiaciuto per l’accaduto», ma, aggiunge, «questa è l’ennesima dimostrazione della fatica che faccio quotidianamente in questo ospedale a portare avanti il mio lavoro. Ogni volta devo insistere per fare ciò di cui mi occupo, e che dovrei invece realizzare serenamente...».

Il riferimento non è solo alla sua battaglia per la Ru486. Lo stesso dottor Viale dichiara che «i motivi della tensione con la caposala non erano legati in particolare a nulla; si discuteva di impostazione del reparto e del lavoro». La direzione dell’ospedale ginecologico di corso Spezia, in questi giorni sulle prime pagine dei giornali per il «miracolo» della giovane donna somala che ha dato alla luce una bimba prematura un mese dopo la morte, ha deciso di non sospendere per ora nessuno dei protagonisti del fatto, neppure in via precauzionale: la lite non si è svolta come a Messina in sala parto, ma nell’ufficio della caposala, e non davanti a ricoverate. Nessuna donna in quel momento avrebbe potuto insomma subire un danno, ma resta il fatto che lo scontro è avvenuto tra due professionisti sul posto e in orario di lavoro.

Impossibile contattare la caposala, che - riferisce comunque qualche collega - in attesa dell’esito dell’indagine preferisce non parlare della vicenda. S’infuria invece Viale: «Se non si trattasse di me, ma di qualsiasi altro medico di questo stesso ospedale, la notizia non avrebbe fatto tanto scalpore. Vedo che c’è invece chi ha pensato bene di diffonderla, per mettermi ancora più in difficoltà».


(LASTAMPA.it)

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