domenica 3 aprile 2011

AMMAZZA EX AMANTE, "HO PERSO IL LAVORO A CAUSA TUA"


VENARIA (TORINO) - «Lo dicevo a Marina che quello doveva lasciarlo perdere, che era un tipo violento. Ma lei niente, era innamorata pazza. Per qualche mese, almeno». Piange Manuela mentre guarda il corpo di Marina Corradino, 46 anni, crivellato di colpi, lì a due passi dal supermercato Auchan di Venaria, dove entrambe lavoravano. Marina l’ha ammazzata il «violento», ovvero Abdelilah Intaj, un marocchino di 40 anni. Anche lui per qualche tempo s’è guadagnato la pagnotta ad Auchan, ma come vigilante. Un addetto all’antitaccheggio tra le corsie dell’ipermercato.

L’ha ammazzata e si è arreso ai vigili urbani. Erano lì a due passi che facevano un controllo su di un’automobile. Appena gli hanno intimato di fermarsi lui ha lasciato cadere la pistola, una calibro 9, e ha alzato le braccia. Per Marina, uccisa con otto pallottole, nessuno ha potuto fare nulla. E adesso, alle undici di sera, due ore dopo l’assassinio, in questa strada alle spalle dell’ipermercato, a venti passi o poco più dall’uscita posteriore di Auchan, si affollano amici e colleghi della donna, la barista, la ragazza mora che lavora al caffè del centro commerciale. «E adesso chi glielo dice ai due figli? Avevano già sofferto tanto quando era morto il padre, in un incidente stradale, molti anni fa» insistono i colleghi. «Povera ragazza».

In quegli stessi attimi Abdelilah Intaj, è già in caserma. E spiega, racconta tutto di questo omicidio. Dice: «Io l’amavo, lei mi ha lasciato. Mi hanno licenziato poco dopo, e soltanto per colpa sua. E questa cosa non potevo perdonargliela». Ieri, poco prima delle 22, l’ha attesa, nascosto dietro un platano, a pochi metri dall’uscita di servizio del supermercato. Ha aspettato nascosto nella penombra. Quando l’ha vista lasciare il centro commerciale, si è infilato una parrucca, ha fatto quattro passi verso di lei. L’ha chiamata a gran voce: «Marina, Marina». Lei si è voltata, lui aveva già in mano la pistola e senza dire altro le ha sparato. Marina Corradino, due figli di 17 e 25 anni, un alloggio modesto ma decoroso in via Cumiana 39, a Torino, è crollata a terra senza un lamento. Morta. I proiettili l’hanno colpita alle gambe, al petto e in faccia. Un’ora dopo l’omicidio, carabinieri e vigili urbani completano i rilievi. Arriva anche il medico legale Roberto Testi per la prima analisi del corpo. E si delinea una storia dai contorni malati.

Con il pm Manuela Pedrotta Abdelilah racconta di quest’ultimo mese trascorso senza «Mary». «Ho passato notti e notti a non dormire. A cercare di farmene una ragione. Ma non sono mai riuscito a trovare un perché a questo addio. E allora...». E allora Abdelilah è andato a comperarsi una pistola «a Porta Palazzo», e sabato alle sette di sera è salito sul bus. Destinazione Venaria. Obiettivo: ammazzare quella donna.


La Stampa

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