sabato 23 aprile 2011

BROKER E TRUFFATORE, UNA NUOVA ONDATA DI DENUNCIE TRA I VIP


TORINO - Antonio Maunero, 53 anni, ex dirigente bancario, poi consulente finanziario, broker, advisor, collegato a note società di intermediazione di Torino; condannato a tre anni di carcere in primo grado nel febbraio 2010 per essersi appropriato dei risparmi dei suoi facoltosi clienti è sparito nel nulla da oltre due mesi. Dopo i guai con la giustizia, la sua attività non s’è fermata.

Alle sue spalle una nuova scia di denunce, di soldi spariti, di assegni scoperti, su cui indaga di nuovo la polizia. Sparito nel nulla da due mesi, vuota la villa sulla collina di Trofarello, abbandonati gli uffici di Torino dove era possibile, sino a qualche mese fa, trovarlo (quasi) regolarmente. Vuoto pure l'alloggio nel palazzo d'epoca nei dintorni di piazza Carlina. Ultime tracce, in Austria, Svizzera e Lussemburgo. Con lui se n’è andata anche la moglie, Leticia B., presunta funzionaria di strutture internazionali ed esperta di agricoltura terzo-mondiale.

Maunero è tra i fondatori di una Onlus in Svizzera, di nuovo al centro delle indagini, e sono in corso accertamenti anche per stabilire se, in passato o ancora attualmente, abbia fatto o faccia parte dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, circostanza che appare nei curriculum tuttora pubblicati anche su Internet. Un noto medico andrologo torinese, Giustino Lorenzo Pagliano, coinvolto suo malgrado nell’inchiesta, lo sta cercando da tempo anche lui: «Quell’uomo mi ha rovinato, da una parte spero di non incontrarlo mai più ma ci sono ancora molti aspetti da chiarire, sulla gestione dei patrimoni che gli furono affidati, compreso il mio».

Uomo dalle conoscenze di altissimo livello, Maunero. Su questo sono concordi i suoi ex colleghi, che lo ospitarono negli uffici della finanziaria, persino dopo la condanna in primo grado (l’hanno querelato solo nella tarda primavera 2010 per il furto del fondo spese che gli avevano attribuito) e persino le sue vittime. Spiega un imprenditore torinese: «Maunero aveva o ha, clienti facoltosi. Fu uno di loro a inviarmi da lui, quando la mia azienda ha iniziato ad essere in difficoltà, c’erano problemi con le banche. Lui mi disse di anticipargli 20 mila euro in contanti e assegni per "convincere" alcuni dirigenti a non chiedere il rientro dei fidi. Ci sono cascato, ho pagato e lui non s’è fatto più vedere».

Muti i cellulari, vuoti i suoi abituali recapiti, irrintracciabile anche nella società torinese dove lo avevo incontrato». Quanti casi simili? Molti, pare. Non solo a Torino ma anche nel Cuneese. Ma una parte degli assegni affidati a Maunero dalle sua presunte vittime sono finite nel portafogli di un’importante finanziaria, i cui soci sono già stati interrogati. Per gli inquirenti, risulta totalmente irreperibile da almeno due mesi. In molti lo stavano e lo stanno cercando, per chiedergli ragione dei capitali spariti, a lui affidati in tempi non sospetti.

Anche il padrone della villa di Trofarello, i cui canoni d’affitto sono rimasti scoperti. «Non è per giustificarmi - spiega ancora l’imprenditore truffato - ma lui conosceva davvero dirigenti bancari, uomini politici, anche a Roma, di alto profilo. Era considerato tra gli operatori più affidabili e discreti, un tipo che lavorava sotto traccia. Mi sento danneggiato due volte».

Le poche volte che ha ancora risposto al telefono, il broker ha detto di essere alloggiato in un albergo di lusso nel centro di Torino. Perplesso l’avvocato di fiducia, Raffaella Zucchetti: «Non lo sento da tempo, non mi risponde alle mail, avrei bisogno di parlargli per preparare le udienze d’appello, che si vanno avvicinando. Altro non posso dire». Altri risparmiatori gli avrebbero affidato la gestione anche di fondi esteri, in una società nel Lussemburgo e ora sono in attesa di notizie. Sempre più ansiosi.


La Stampa

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