giovedì 14 aprile 2011

PROFUGHI, ROMA RADDOPPIA, "QUASI 4MILA IN PIEMONTE"


In un giorno sono raddoppiati: martedì era stato annunciato che dovevano essere 1900 i profughi che sarebbero arrivati in Piemonte. Ieri però l’ordinanza della presidenza del Consiglio ha provocato un piccolo choc: il numero è infatti il doppio, 3800. Da Roma il governatore Roberto Cota cerca di riportare la calma: "Quel numero - spiega- rimane per ora una ipotesi che non è detto si verificherà. In concreto, l’unica richiesta che abbiamo avuto dal governo è di ospitare 150 richiedenti asilo, profughi da zone di guerra che possono circolare liberamente".

E che dovrebbero essere ospitati nelle strutture messe a disposizione dalla Chiesa piemontese. "Ci stiamo preparando a fare la nostra parte - dice l’assessore regionale Roberto Ravello- Gli uffici della Protezione civile lavorano alla costruzione dei vari scenari possibili, anche se una direzione precisa potrà essere imboccata solo quando si conosceranno i dati definitivi. In quel momento bisognerà prendere contatto con gli enti locali, i Comuni e le prefetture".

Anche lui conferma che il piano trasmesso ieri a Torino fissa un numero massimo calcolato sulla base della popolazione residente in ogni regione. Ma le stime ufficiose parlano di un arrivo in Piemonte di circa duemila persone. Ravello ripete anche che è stata archiviata l’idea di usare tendopoli per accogliere gli immigrati per cui saranno invece messe a disposizione strutture demaniali fisse (come le ex caserme). Non a caso da questa mattina si inizieranno a smontare le trecento tende che erano già state collocate nell’Arena Rock delle Vallette dove in un primo tempo si pensava potessero finire i migranti.

L’assessore regionale, risponde anche al Pd che con il capogruppo Aldo Reschigna chiede a Cota "di smettere di voltare la testa dall'altra parte e di assumersi le sue responsabilità: apra un tavolo con Province e Comuni e coordini gli interventi per l'assistenza agli immigrati". "Da sempre abbiamo l'idea di un coordinamento tra le varie forze che coinvolga insieme alla Chiesa il mondo delle associazioni no profit, guidato dalla Regione. Potrebbe rivelarsi tanto più utile quanto più sarà alto il numero dei migranti".

"Stiamo ultimando un censimento – spiega intanto Pierluigi Dovis, responsabile regionale Caritas – per capire quanti posti letto la Chiesa sarà in grado offrire: a Torino dovrebbero essere circa 200. Daremo comunque la priorità ai rifugiati politici. Appena arrivati lasceremo ai profughi la possibilità di ambientarsi: solo in un secondo momento li separeremo, offrendogli una casa e un lavoro in piccole comunità". E resta vivo il problema degli 80 tunisini fatti uscire dal Cie qualche giorno fa e in attesa del permesso di transito verso la Francia. La Questura ha fatto slittare a lunedì il rilascio dei documenti. "Un ritardo – sottolinea don Fredo Olivero, direttore della Pastorale Migranti – che rischia di mandare in tilt l’accoglienza. Ben quaranta di loro sono infatti ospiti nella moschea, dove domani è previsto il giorno di preghiera".


Repubblica

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