giovedì 28 aprile 2011

UNA BOMBA DAVANTI ALLA SCUOLA PER UCCIDERE IL MARITO


TORINO - Incredibile svolta nelle indagini sull'autobomba rudimentale ritrovata, il 15 aprile scorso, in via Paolo Veronese, a Torino, nei pressi dell'Istituto tecnico-aeronautico Grassi. Gli agenti della squadra mobile hanno scoperto che l'ordigno aveva come obiettivo il proprietario dell'auto e la mente dell'attentato era la moglie. In manette sono finiti Emanuela Lopez, operaia alla Robe di kappa, 37 anni, e il suo amante, Edoardo Domenico Simbula, artigiano di 38 anni.

Gli investigatori sono intervenuti in tempo. Grazie alle intercettazioni telefoniche avevano scoperto che la donna stava per attuare un altro modo per eliminare il marito. Una cena speciale per il suo compleanno: zuppa di zucca con all'interno un mix di veleno per topi e scarafaggi. Al telefono gli agenti hanno chiaramente sentito la Lopez dire all'amante: «Non riesco a scioglierlo, è blu e ha un cattivo odore».

La polizia teneva sotto controllo l'abitazione in cui l'arrestata viveva con il marito e i due figli, di 8 e 17 anni, dal giorno in cui era stata ritrovata la bomba rudimentale. Una bombola di gas inserita nel bagagliaio della vettura dell'uomo: una Renault Clio. Il gas aveva già quasi completamente saturato l'abitacolo e sarebbe potuta esplodere. L'intera area era stata messa in sicurezza, l'Istituto era stato fatto evacuare ed erano intervenuti gli artificieri per disinnescare l'ordigno.

L'accusa nei confronti dei due amanti diabolici è tentato omicidio. Il pm, Andrea Bascheri, contesta anche l'aggravante della premeditazione. E se le consulenze della procura dimostrassero che la bomba avrebbe potuto coinvolgere anche altre persone la loro situazione peggiorerebbe. I due avrebbero già fatto le prime ammissioni davanti al pubblico ministero.


La Stampa

0 commenti:

Posta un commento