sabato 16 aprile 2011

VENTIMIGLIA, EMERGENZA IMMIGRATI, IN CODA PER I PERMESSI


Una fila ordinata, davanti al commissariato di Ventimiglia, per ritirare i permessi di soggiorno e poi raggiungere la Francia. È iniziata verso le 9.30 la distribuzione dei documenti tra i migranti che da settimane ormai affollano la cittadina ligure. Al centro di accoglienza hanno trascorso la notte circa 150 migranti, altri 60 in stazione. Intanto, circa 130 permessi saranno consegnati sabato nella tendopoli in provincia di Potenza, e la consegna proseguirà ad un ritmo di circa cento al giorno. Primi arrivi di profughi nella province di Trento e Bolzano.

I permessi di soggiorno temporanei, che dovrebbero essere rilasciati nelle prossime ore, non saranno sufficienti per gli immigrati per raggiungere la Francia. Secondo quanto si è appreso dalla polizia di frontiera francese, i documenti saranno ritenuti validi solo se accompagnati dal passaporto. I poliziotti francesi, infatti, si dovranno attenere alle disposizioni del prefetto di Nizza. Ai due valichi, di Ponte San Ludovico e Luigi, sabato mattina i controlli erano regolari, e tutto era molto tranquillo. Al commissariato di Ventimiglia proseguono le domande per il rilascio del tanto atteso permesso.

Ma già venerdì fonti della Commissione europea hanno fatto sapere che l'Italia può rilasciare documenti di viaggio per stranieri - i cosiddetti «Aliens travel document» - ai migranti tunisini sprovvisti di passaporto e che tali documenti devono essere considerati validi dalle autorità dei paesi che aderiscono all'accordo di Schengen per consentire la libera circolazione quando accompagnati dal permesso di soggiorno temporaneo che l'Italia ha deciso (notificandolo l'8 aprile alla Commissione europea) di rilasciare «per motivi umanitari» agli immigrati entrati nel paese prima del 5 aprile, data in cui è entrato in vigore l'accordo bilaterale sui rimpatri in Tunisia.

Tali documenti di viaggio per stranieri, di fatto sostitutivi dei passaporti che i clandestini in genere non portano con loro, fanno parte dei cinque requisiti previsti dall'art. 5 del regolamento comunitario 562 del 2006, detto «Codice della Frontiere», che fissa le norme per la libera circolazione nell'area Schengen dei cittadini extracomunitari. I requisiti previsti dall'art.5 sono: 1) il possesso di «uno o più documenti di viaggio validi», ovvero un passaporto nazionale o un «Atd» rilasciato da un paese membro; 2) il possesso «di un visto valido», quando necessario in base al paese di provenienza; 3) il poter «giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti» per il soggiorno ed il ritorno nel paese d'origine; 4) non essere segnalato nel 'Sistema di informazioni di sicurezzà (la banca dati europea a disposizione di guardie di frontiera, forze di polizia e funzionari doganali); 5) non essere «considerato una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri».

Ore di «trattative» all'interno del centro di accoglienza di Lampedusa, tra le forse dell'ordine e gli immigrati tunisini che oggi dovrebbero essere rimpatriati, come prevede l'accordo firmato il 5 aprile scorso. Degli oltre 150 immigrati presenti nella struttura di contrada Imbriacola, ne dovrebbero essere scelti 30 per il primo volo di rimpatrio. Ma le operazioni sono rallentate dal rifiuto dei tunisini di radunarsi perché molti di loro sostengono di avere i requisiti per potere continuare a restare in Italia e non essere rimpatriati. Adesso alcuni legali si stanno mettendo in contatto con il centro di accoglienza per tentare di dimostrare che alcuni dei migranti sono nati in Francia o in altri paesi europei. La tensione attorno al centro di accoglienza è altissima, con decine di carabinieri e poliziotti che impediscono ai giornalisti di avvicinarsi alla struttura.


Corriere

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