sabato 30 aprile 2011

PREZZI, APRILE DA RECORD, TORINO DIVENTA PIU' CARA


Aprile amaro. Con un incremento dei prezzi dello 0,5 per cento è, per ora, il mese «più caro» dell’anno, in linea con l’andamento nazionale che indica rincari come mai c’erano stati dal 2008. A gennaio e febbraio gli aumenti erano stati un poco inferiori: lo 0,3. Già a marzo piccola risalita con un più 0,4. Se l’andamento di questi primi quattro mesi rimarrà immutato a fine anno l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità potrebbe essere del 2,2 per cento.

Torino non è comunque un’eccezione. Anzi. A Ferrara i prezzi sono saliti addirittura dell’1,3 per cento. A Bologna dello 0,9, a Firenze dello 0,8, a Roma, Palermo e Verona dello 0,7, a Genova, Perugia, Brescia, Cremona, Modena, Rimini, Pisa dello 0,6. Hanno fatto meglio solo Venezia, Trieste, Bari, Udine, Grosseto con un più 0,4 e Ancona ferma a un modesto più 0,2.

D’altronde a livello nazionale si è tornati alla crescita del 2008 quando la crisi non aveva ancora abbattuto i consumi. Adesso i consumi rimangono modesti, ma l’inflazione riprende, a Torino, in Italia, in Europa. Come accade spesso negli ultimi mesi a guidare gli amenti è il capitolo dei trasporti in salita del 2,1. Un risultato frutto di mix anche casuali: nella voce, infatti, vengono inseriti il più 31,7 dei trasporti marittimi e il più 24,2 di quelli aerei che sono rilevati trimestralmente.

Comunque nel capitolo pesa anche il più 1,5 dei carburanti, il vero nodo degli incrementi degli ultimi mesi, in particolare da quando è scoppiata la crisi libica. Se aumenta la benzina a cascata aumenta tutto il resto. A aprile sono costati di più anche acqua, energia elettrica e combustibili in salita dell’1,8%. Il gasolio per riscaldamento è rincarato del 4,1, l’energia elettrica del 3,9, il gas dell’1,9, la raccolta rifiuti dell’uno per cento. E gli affitti - rilevati ogni tre mesi sono cresciuti dell’1,6.

Come dimostra ormai ogni analisi delle spese dei torinesi negli ultimi anni si conferma che le voci che più incidono sui bilanci sono trasporti e casa. Infatti anche a aprile per il cibo si è speso meno che a marzo. Il capitolo è 0,1%; in ribasso frutta (-1,9%), vegetali (-1,5), zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (-0,3%). In aumento solo i vizi: caffè, tè e cacao (+1,7%). E poi oli (+1,0), latte, formaggi e uova (+0,4), pesci (+0,3), pane e cereali (+0,2) e carni (+0,1).

E anche gli abiti si sono mantenuti - come accade dall’inizio della crisi economica stabili con una crescita appena dello 0,1. Così come mobili, articoli e servizi per la casa (+0,1%). Ci sono poi alcuni beni che sono costati meno come le medicine in ribasso dello 0,5 per cento e telefoni e fax in picchiata addirittura 5%. Costano di più, invece, giocattoli (+4,6%), pacchetti vacanza (+3,7%, giornali e periodici (+1,7), libri (+0,2), corsi d’istruzione e formazione (+0,5), gioielli (+1,2), assicurazioni sui mezzi di trasporto (+0,6), parrucchiere e trattamenti di bellezza (+0,5%). Insomma: divertirsi o anche solo distrarsi costa. E anche per cenare fuori si deve spendere un poco di più: bar e ristoranti sono cresciuti dello 0,4. Ma la vera botta per le famiglie è arrivata dall’istruzione secondaria in aumento del 12,3 per cento; una voce però rilevata solo periodicamente.


La Stampa

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