venerdì 1 aprile 2011

"IL TRENO E' IN SCIOPERO, SCENDETE", 100 ABBANDONATI


NOVARA - Avevano lasciato da pochi minuti la stazione di Milano Centrale quando un annuncio ha gelato tutti: «Questo treno si fermerà a Novara a causa dello sciopero». Il regionale delle 20,15 era diretto a Torino Porta Nuova ma i suoi viaggiatori sono stati tutti scaricati a Novara e un centinaio di persone è rimasto a piedi. Con la promessa di un treno per Chivasso che aveva già il motore acceso e il macchinista pronto a partire e poi è stato bloccato «per ordini superiori». Tutti a piedi. E’ stata una notte allucinante per i viaggiatori che ieri, fiduciosi di essere saliti sul treno prima dell’inizio dello sciopero, si sono messi in viaggio da Milano a Torino. Appena avuta la notizia hanno messo in moto i cellulari per chiedere informazioni alle Ferrovie che hanno garantito: c’è un treno per Chivasso che parte alle 21,05. Meglio di niente.

Il convoglio, pochi e vecchi vagoni, si è riempito al volo e aveva già i motori accesi quando il macchinista ha ricevuto una telefonata sul cellulare e ha cominciato a urlare infuriato: «Come soppresso? Lo venite a dire voi alle persone che avete fatto venire qui sul binario. Anch’io voglio tornare a casa a Chivasso. Fate partire ‘sto treno». Niente da fare. Ha dovuto spegnere tutto e andarsene. Sara Terzano insegna arpa al Conservatorio di Como e abita a Torino: «Stamattina ho chiesto espressamente prima di partire se questo treno sarebbe arrivato a destinazione e mi è stato assicurato di sì». Beatrice Bertetto, anzi, si era mossa proprio ieri per evitare lo sciopero che cominciava alle 21: «Studio al Politecnico di Milano e nel fine settimana torno a casa a Ciriè. Questa volta ho anticipato».

L’unica a non perdere la calma è stata Goffra, 5 mesi soltanto, addormentata nel marsupio della mamma Ima: «Devo andare a Santhià, sono venuta qui per lavoro. Che cosa faccio adesso? Africa o Europa è tutto uguale». Chi poteva si è organizzato con i taxi collettivi, altri hanno chiamato in aiuto amici e parenti e qualcuno ha ripiegato su un albergo: «Stare in stazione è pericoloso» commenta Gabriele. Molti sono rimasti sul binario più di un’ora al telefono con la polizia ferroviaria a Milano e Torino: si ventilava la possibilità di un bus. Opzione fallita: «Ci hanno detto che non è nei nostri diritti» commenta Sara. Nella stazione deserta e senza treni intanto risuona surreale l’altoparlante: «I treni potrebbero subire ritardi e variazioni per lo sciopero. Ci scusiamo per i disagi».


La Stampa

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